Il primo articolo della Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Almaviva Contact chiude i battenti a Napoli e Roma. Licenzia 2.511 lavoratori; 1.666 a Roma e 845 a Napoli.
Lo scorso Marzo l’azienda di call center dichiarò di aver subito una perdita di 16 milioni di euro per una grave crisi strutturale. “Nelle condizioni attuali dell’azienda – dichiarava in una nota l’ Almaviva Contact – non esistono risorse sufficienti a fronteggiare la situazione senza alcuna iniziativa correttiva.”
A fine Maggio, dopo una lunga trattativa, furono ritirati i licenziamenti per i dipendenti di Almaviva. A distanza di qualche mese, si riapre un nuovo e tragico capitolo. L’Almaviva, infatti, ha annunciato l’apertura di una procedura di riduzione del personale, all’interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale. Una riorganizzazione che prevede la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2.511.
L’azienda giustifica così la nuova procedura adottata: “Il nuovo piano di riorganizzazione, orientato a contenimento dei costi, ottimizzazione del processo produttivo, efficientamento logistico e valorizzazione delle tecnologie proprietarie, prevede la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2511 persone riferite alle sedi di Roma (1666 persone) e Napoli (845 persone). Le perdite medie mensili nei due siti nel periodo successivo all’accordo del 31 maggio (giugno-settembre 2016), nonostante l’utilizzo di ammortizzatori sociali, sono pari a 1,2 milioni di euro su ricavi mensili pari a 2,3 milioni di euro. Il piano coinvolge il 5% del personale attualmente in forza al gruppo a livello globale“.
Gennaro Saiello, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Lavoro e Attività produttive , dichiara: “Ciò che in queste ore sta accadendo ai dipendenti della società Almaviva Contact – a Napoli circa 400 dipendenti – è gravissimo. L’azienda nonostante gli impegni presi con i lavoratori, i sindacati e il ministero ha annunciato l’apertura di una procedura di riduzione del personale, all’interno di un nuovo piano riorganizzazione aziendale. Ad aggravare il quadro è l’irresponsabile comportamento della Regione Campania che in questa drammatica vertenza non ha fatto sentire con convinzione la propria voce”.
Il capogruppo dei Deputati di Sinistra Italiana, Arturo Scotto: “Nella scorsa primavera, al termine di un percorso difficile e doloroso, si era riusciti a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Eppure sono bastati quattro mesi perché l’azienda riproponesse gli stessi problemi e le stesse soluzioni, prima con i licenziamenti mascherati da trasferimento di 150 dipendenti palermitani (destinati a spostarsi in Calabria o andare via), ora con la chiusura dei siti produttivi di Roma – continua – Sinistra Italiana esprime massima solidarietà e vicinanza ai dipendenti coinvolti, al cui fianco scenderà in piazza nei prossimi giorni e le cui istanze porterà in Parlamento, e chiede che il Governo intervenga immediatamente a tutelare i loro diritti ed il mantenimento dei livelli occupazionali in aree del Paese già messe in ginocchio dalla crisi economica”.