Ci piace spesso ripetere che viviamo nell’epoca della digitalizzazione, ma forse non ce ne rendiamo davvero conto fino a quando non capita un inconveniente che ci mette di fronte alla realtà. Come, ad esempio, perdere tutti i dati contenuti negli archivi di memoria digitale, ovvero veder sfumare all’improvviso i documenti relativi a mesi di lavoro e vita sociale e familiare. La situazione è ancora peggiore nel caso delle imprese, per le quali questi problemi significano innanzitutto perdita economica diretta.
Fanno spavento le statistiche che arrivano dagli Stati Uniti, che giustamente consideriamo tra i Paesi più all’avanguardia in campo tecnologico: eppure, ogni settimana, negli States ben 14 mila hard disk (vale a dire, circa duemila ogni giorno) subiscono un crash irreparabile che rende illeggibili i dati conservati, e le cose in verità non vanno meglio sui sistemi Cloud, visto che il 47 per cento delle aziende che si affidano all’archiviazione virtuale dichiara di aver perso almeno parte dei file immagazzinati. A queste cifre si aggiunge la difficoltà da parte degli utenti a effettuare copie di backup dei propri archivi: quattro persone su dieci, infatti, esegue un salvataggio solo una volta all’anno (che si rileva praticamente inutile in caso di guasto irreparabile del supporto a distanza di tempo), mentre addirittura uno su quattro non lo effettua mai; in pratica, dunque, ci sono due utenti su tre che espongono i propri dati a livelli di criticità assoluta.
Se dal punto di vista personale un problema ai supporti di memoria si rivela un guaio dal punto di vista principalmente affettivo (perdita di file come foto, video, musica eccetera che, per quanto in alcuni casi irrecuperabili, non rappresentano comunque una tragedia), per le imprese la situazione è ovviamente più critica: addirittura, secondo alcune analisi di settore il 60 per cento delle aziende che ha subito un guasto ai propri sistemi di archiviazione che ha provocato la perdita di dati conservati ha poi chiuso i battenti entro i sei mesi seguenti a questo evento.
Per fortuna, negli ultimi anni qualcosa è migliorato sul fronte della tecnologia in supporto di questi problemi, ed esistono diverse aziende specializzate nella gestione della crisi da “file persi”; in Italia, una delle più affidabili è Recovery File, che interviene direttamente per recuperare file da hard disk danneggiato, mettendo al servizio dei clienti procedure all’avanguardia e metodi altamente innovativi che assicurano percentuali di successo praticamente pari al cento per cento dei casi, anche quelli più gravi. Ricorrere a un intervento professionale diventa strada quasi imprescindibile nel caso dei dati delle aziende, ma può servire anche agli utenti “comuni” che hanno bisogno assoluto di recuperare file unici e irrepetibili (come foto del matrimonio, video della nascita di un figlio e così via), perché solo gli esperti possono riuscire a portare positivamente a termine un’operazione “one shot”, che non consente errori né sperimentazioni particolari.
Uno degli errori (ulteriori) che si può commettere quando riscontriamo un problema al disco fisso, infatti, è quello di continuare a utilizzarlo senza preoccuparci troppo (aggravando dunque la situazione del guasto), oppure di affidarlo alle cure di chi si improvvisa esperto. Invece, in situazioni del genere, il consiglio è di fermare immediatamente il funzionamento della macchina, perché questo è il momento in cui sono più alte le possibilità di non perdere i dati che contiene. L’intervento umano è dunque un fattore di rischio, e non stupisce che proprio un errore derivante da una mano “vera” sia la più frequente causa della cancellazione dei dati, seppure involontaria. Gli altri problemi dell’hard disk, invece, sono di tipo fisico, dovuti a guasti o malfunzionamenti del supporto magnetico del disco; in queste situazioni, però, possiamo fare attenzione ai segnali che ci arrivano all’accensione della macchina, sia fisici – come i suoni e i rumori emessi all’avvio (indizi inequivocabili sullo stato di salute dell’unità) – che di sistema, come ritardi nell’accesso ai dati, impossibilità di avviare il sistema operativo, errori durante l’esecuzione di programmi e così via.
Approfondimenti: www.viktec.net
Anna Capuano