Il 4 Novembre è uscito ufficialmente “Sono innocente”, ultimo CD di Vasco Rossi.
L’album contiene 15 canzoni, tra cui due canzoni reloaded (Cambia-menti e L’uomo più semplice) e le due tracce che hanno lanciato il CD, ossia Dannate Nuvole e Come vorrei. Avrà tre copertine leggermente diverse: in una alza le mani in segno di innocenza, in un’altra appare meditativo ed in un’altra ancora punta la lampada con sguardo accusatorio.
Difesa, accusa e riflessione.
Il CD parte con il brano “Sono innocente ma..”, che riassume in sostanza tutto ciò che Vasco vuole rappresentare con l’intero album: se stesso. La canzone è un’arringa difensiva, se la prende con i critici, con gli haters, scuda la sua vita spericolata ed attacca a colpi di rock.
Se credete di poter comprare un CD completamente sorprendente, vi state illudendo. Si tratta del solito Vasco, solito nelle tematiche quanto nei testi, per non parlare dello stile rock, tendente sempre all’hard, facilitato questa volta dalla presenza di Vince Pastano, chitarrista italiano, e Glen Sobel, batterista degli Alice Cooper.
Parlavamo di tematiche: difesa del suo stile di vita, e descrizione del mondo femminile (sia in Accidenti come sei bella, sia in L’Ape Regina, sia in Marta piange ancora) con ogni tanto delle vere e proprie canzoni di filosofia ,la sua ovviamente, come in Dannate Nuvole.
Marta piange ancora, probabilmente la traccia migliore dell’album, è un bel tuffo nel passato, dove Vasco riprende un testo scritto nella sua età adolescenziale, a quindici anni, e lo riadatta. Un pezzo alla Rino Gaetano, simpatico ed orecchiabile.
La sensazione è che, arrivato al suo diciassettesimo album in studio, il Komandante Blasco non sappia più dove portare la nave, e quindi si accontenta di dare soddisfazione alla sua più che nutrita fanbase, piuttosto che andare alla ricerca di un nuovo pubblico. Ma impossibile biasimarlo, questa ormai è una tendenza che dura da troppo in Italia e coinvolge le più grandi star nazionali.
Insomma, questo CD è consigliabile solo a chi è un vero fan di Vasco e possiede, lucidati ogni giorno in bella mostra, tutti gli altri suoi CD. Per chi invece si ritiene un neofita di Blasco e vuole cominciare una personale collezione, gli converrebbe scavare nel passato del rocker di Zocca, dove c’è sicuramente di meglio.
“Sono Innocente” è retorico e banale. Ancora una volta Vasco ci dimostra che non è lui il punto più alto del rock made in Italy, ma che c’è gente più interessante anche se meno conosciuta.
Voto: 2,5 / 5
Diego Sbriglia