Arrestate 46 persone appartenenti al clan dei Casalesi. Tra le molteplici accuse anche quella di estorsione e racket sul gioco d’azzardo online.
Sono stati effettuati oggi, nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro, i 46 arresti che hanno colpito il clan dei Casalesi. Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e riguardano anche la fazione Venosa del clan originario di Casal di Principe.
La lista delle accuse risulta essere alquanto lunga: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti e, infine, detenzione illegale di armi.
In aggiunta a tale lista compare anche l’accusa di racket sul gioco d’azzardo online dal quale, secondo le indagini, il clan pretendeva il 60% dei guadagni dagli esercenti ai quali veniva imposta la piattaforma web o l’acquisizione di slot machine. Creata ad hoc, inoltre, anche una bisca clandestina in un bar della provincia casertana, a Casapesenna. Il Procuratore Giuseppe Borrelli che si è occupato delle indagini ha rivelato: “il titolare della bisca, in accordo con il clan, durante l’orario di chiusura organizzava partite al gioco della ‘zecchinetta’ percependo da parte del clan una percentuale sui guadagni”.
Tra le 46 persone indagate appaiono due nomi noti e cioè quello di Francesco Schiavone, ormai da tempo conosciuto ai più con il soprannome di ‘Sandokan’, già in carcere al 41 bis, ed il figlio Walter Schiavone che avrebbe da poco assunto un ruolo predominante all’interno della cosca dei Casalesi, diventando il coordinatore delle nuove leve da integrare nel clan.
Flora Visone