NEW YORK – Sembrerebbe un film già visto, quello di un italiano che si scontra dinanzi al muro di un Top10, nei primi giorni di uno Slam. In questo caso, parliamo dello US Open, l’ultimo gran torneo dell’anno solare 2015. Non bisogna tornare indietro di molti mesi per ammirare la vittoria di un nostro connazionale ai danni di un big. Se Seppi annientò Federer all’Australian Open lo scorso gennaio, quest’estate il caldo cemento americano ha regalato all’Italia un’altra vittoria inaspettata.
Da una parte Fognini, il talentino sanremese, numero 32 del ranking ATP, dall’altra Nadal, che non ha certamente bisogno di presentazioni. Premessa: il Nadal di oggi è nettamente inferiore al maiorchino imbattibile di qualche anno fa. Il dritto non fa più paura, i colpi non sono più profondi, ed il coraggio è sempre più soffocato da una condizione fisica irriconoscibile.
Inizia come si ci poteva aspettare, con Nadal avanti di due set ed un break, partita pressoché conclusa dopo poco più di un’ora e mezzo di gioco. Nonostante un Nadal poco avvincente e convincente, il buon Fabio non sembra trovare la strategia giusta. Fin quando non inizia a giocare con serenità, l’arma che all’italiano è sempre mancata. Recupera due break nel corso del terzo set e di lì in poi è predominio del Fognini. Il gioco si ribalta, Nadal subisce i duri colpi dell’italiano che alza le percentuali delle prime ed abbassa il numero degli errori non forzati.
Il risultato è una remuntada (giusto per citare gli spagnoli) delle migliori. Fognini trionfa su Rafa, sempre più con un piede nei ‘tennisti umani’, mentre l’italiano, se continua, come ha indicato a fine match, usa cuore e testa, può andare lontano. Nonostante i copioni già scritti.
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Raffaele Cianni