Dopo la scoperta delle fosse comuni in Messico, ad Iguala, nello scorso fine settimana, dove erano presenti più di 28 corpi, il presidente Messicano Enrique Peña Nieto ha deciso, visto che il coinvolgimento delle forze dell’ordine locali nella scomparsa delle decine di studenti durante la manifestazione del 26 settembre, di inviare l’esercito e la gendarmeria, ovvero forze federali, per prendere il controllo della città.
La presa di Iguala da parte dell’esercito
L’esercito, a Iguala, ha già provveduto a rimuovere ogni arma da fuoco alla polizia locale, per poter assumere il controllo della città senza problemi e consentire lo svolgimento dell’inchiesta, che avrà il compito di verificare se i corpi bruciati nelle fosse comuni siano quelli degli studenti scomparsi, che furono aggrediti da narcotrafficanti e agenti municipali.
Il commissario nazionale alla sicurezza Monte Alejandro Rubido ha dichiarato che “I poliziotti municipali ancora attivi sono stati disarmati” e saranno portati nel centro del di Iguala, in una base militare, mentre le armi saranno analizzate ed esaminate, per controllare e verificare se possono essere servite per uccidere le persone che ora, morte e bruciate, si trovano nelle fosse comuni.
Oltre a questo, ben 22 agenti municipali di Iguala sono stati arrestati, accusati di far parte dei “Guerreros Unidos”, un gruppo organizzato di narcotrafficanti che agisce in Messico, in contrasto con altre, dopo la morte del capo del “cartello di Beltrán Leyva” e l’arresto di numerosi colonnelli dell’organizzazione.
Gli eventi antecedenti ad Iguala
Gli eventi precipitarono dopo che, il 26 settembre, vi furono spari diretti verso un autobus pieno di studenti, che erano venuti a Iguala da un paese a un centinaio di chilometri di distanza per una manifestazione di protesta.
Le ragioni per cui è avvenuta la sparatoria restano tuttoraoscure e, forse, solo dopo le indagini si potrà avere un quadro più chiaro di tutto quello che è accaduto, sopratutto di quei 50 studenti scomparsi e sui cui le speranze di ritrovarli sani e salvi si stanno facendo, ora dopo ora, sempre più flebili.
Fabio Scala