L’acido acetilsalicilico (ASA), il cui nome commerciale più famoso è Aspirina, è oggi il farmaco più usato al mondo: si stima che ne vengano consumate 40.000 tonnellate all’anno.

Pur avendo una formula molecolare semplicissima, le sue funzioni in ambito farmaceutico sono molteplici.
Fin dal tempo degli Egizi l’infuso grezzo della corteccia di mirto era conosciuto per le sue proprietà antipiretiche e antireumatiche e nel XII secolo il salice veniva usato per combattere l’insonnia, i dolori mestruali e gli spasmi.

Dalla corteccia della Salix alba L. e del Myrtus communis L.,  è estratta la salicina, un glucoside che una volta assunto viene metabolizzato dal fegato in acido salicilico, che ne rappresenta il principio attivo.
L’acido salicilico è costituito da un anello fenolico e un gruppo carbossilico, la cui contemporanea presenza conferisce al composto proprietà antireumatiche, antinfiammatorie e antiflogistiche.

La crescita dell’Aspirina con Bayer

Nella seconda metà dell’Ottocento numerose ricerche in laboratorio portarono alla sintesi dall’acido acetilsalicilico a partire dall’acido salicilico, per una semplice reazione di acetilazione.
Nel 1899 la Bayer mise in commercio il farmaco con il nome di “Aspirina”, che rappresentava un sostituto meno irritante dei medicinali a base di salicilato, e nella prima metà del XX secolo l’acido acetilsalicilico riscosse un grande successo, soprattutto durante l’epidemia spagnola del 1918.

La sede di Leverkusen della Bayer, storica produttrice di Aspirina
La sede di Leverkusen della Bayer, storica produttrice di Aspirina

L’Aspirina è stato quindi il primo FANS (Farmaco Antinfiammatorio Non Steroideo) ad essere stato scoperto.
Negli anni Sessanta e Settanta furono poi studiate nuove possibili applicazioni dell’Aspirina come farmaco antiaggregante, e, somministrato a piccole dosi (cardioaspirina), è usato per prevenire infarti ed ictus associati alla formazione di coaguli nelle persone la cui salute cardiovascolare è particolarmente a rischio.

E’ già abbastanza sorprendente come una molecola così piccola sia in grado di mediare effetti così benefici per la salute dell’uomo,  e questo soprattutto se consideriamo che, di recente, è stato scoperto che le probabilità di insorgenza del cancro al colon siano ridotte del 40% grazie all’assunzione dell’Aspirina.
Un gruppo indipendente di esperti americani ha ufficialmente consigliato l’assunzione, in senso preventivo e anticancro, dell’ “aspirinetta”, termine con cui viene indicata una piccola dose giornaliera, inferiore ai 100 mg.

Si tratta della prima raccomandazione di una Task Force “ufficiale” del Servizio di Prevenzione del Dipartimento Salute, che sottolinea come l’uso preventivo della cardioaspirina sia consigliato soprattutto per gli adulti con un’età compresa fra i 50 e i 69 anni.
Questa dichiarazione avrà una forte ripercussione negli Usa, dove esiste una cultura di “chemioprevenzione” che in Italia non è ancora diffusa.

L’aspirina, essendo un potente antinfiammatorio, riesce a prevenire l’insorgenza di tumori che si sviluppano a partire da un’infiammazione cronica, cui segue una trasformazione neoplastica delle cellule.
Gli effetti preventivi si mostrerebbero nell’arco di 10 anni.
Naturalmente, è aperto il dibattito sui possibili “contro”, e le principali problematiche sono legate al rischio di sanguinamento, in particolar modo gastrico, più frequente negli adulti sopra i 70 anni d’età.

Elisabetta Rosa

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