Omaggiare la memoria di un artista equivale non solo a mantenerne vivo il ricordo, ma a rendere immortale la sua produzione artistica. Neanche l’assenza fisica può cancellare il percorso di un artista e ciò che ha tramesso attraverso le sue opere: l’arte è sempre viva, è come un fiume in piena che non smette mai di fluire.

Il Museo Madre, fiore all’occhiello dell’arte contemporanea nel cuore di Napoli, ospita la mostra monografica “Retrospettiva a luce solida”, che raccoglie le opere dell‘artista romano Fabio Mauri, esponente di spicco della neoavanguardia del Novecento, conosciuto a livello non solo locale ma internazionale. L’esposizione, curata da Andrea Villani e Laura Cherubini, ha un titolo molto curioso: luce solida non è altro che una metafora attraverso la quale si focalizza l’attenzione sulla concretezza dei pensieri, delle ideologia e di tutto ciò che riguarda l’essere umano. Uno sguardo sulla storia europea del cosiddetto “secolo breve”, caratterizzato da mille contraddizioni e una lunga serie di conflitti, in relazione al rapporto che intercorre tra la dimensione storica e quella etica e la sfera personale e collettiva. Parte dell’attenzione si focalizza sulla possibile rappresentazione del pensiero e sulla scoperta di meccanismi del funzionamento della percezione, evidenziati attraverso le strategie di manipolazione e le dinamiche d’induzione della “società dello spettacolo”.

Lo splendido palazzo Donnaregina ospita più di cento capolavori, divisi in tre sezioni, collocate al piano terra, presso la sala Re_PUBBLICA MADRE e presso le sale del mezzanino. Il percorso inizia al terzo piano, dove si possono ammirare opere in cui s’intrecciano elementi inerenti alla sfera della comunicazione di massa, agli Schermi degli anni 50-70 e alle estetiche pop. Innovativa e curiosa l’introduzione di opere proiettate. Proseguendo al piano terra, si entra nel vivo della mostra: una dopo l’altra, una serie di documentazioni, installazioni, tra cui “L’isola” monologo del 1960 in due atti e due scene, passano sotto lo sguardo attento e incuriosito degli spettatori. Dulcis in fundo, le Sale delle Colonne dedicate al corpus delle maquette architettoniche, attraverso cui si ripercorre tutto l’itinerario della mostra stessa.

La mostra è stata inaugurata il 26 novembre 2016 ed è visitabile fino al 6 marzo 2017.

Per chi fosse interessato e avesse voglia di ampliare o approfondire le proprie conoscenze sull’artista, può sintonizzarsi su Sky Art HD, che a febbraio, trasmetterà il film documentario sulla sua vita e il suo percorso in ambito non solo prettamente artistico ma anche letterario/poetico. Da ricordare che nel lontano 1942, fondò insieme al grande Pier Paolo Pasolini, la rivista intitolata “Il Setaccio”. Il documentario è statoprodotto da Good Day Film e la stretta collaborazione dello Studio Fabio Mauri – Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo e Castello Studio di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

Per ulteriori informazioni

 

Valentina Coppola

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