Napoli, la tecnologia che avanza. Il sindaco Luigi De Magistris e gli assessori Alessandra Clemente e Salvatore Palma hanno presentato il progetto di digitalizzazione e esternalizzazione delle procedure contravvenzionali. Alla base di questo progetto, che entrerà in vigore il prossimo 2 gennaio, vi è l’efficienza e la rapidità.
La polizia municipale avrà a disposizione 463 tablet e delle mini stampanti 3 pollici in cui saranno registrate le multe, in sostituzione di quelle cartacee. Il cittadino, a sua volta, riceverà una notifica e potrà controllare sul sito web del Comune i dati della contravvenzione e in alcuni casi la foto dell’infrazione. Attraverso questa procedura diminuiranno le possibilità di errore e si lavorerà con maggiore facilità e rapidità.
“Una vera e propria rivoluzione tecnologica degli strumenti che il Comune di Napoli ha per far valere le tante irregolarità dei cittadini napoletani. – ha dichiarato l’assessore Clemente – Sono molto soddisfatta, abbiamo investito delle risorse significative perché vogliamo rendere la città di Napoli, insieme alla collaborazione dei napoletani, più ordinata, più pulita dove il rispetto delle regole sia un qualcosa per tutti.”
L’assessore al bilancio Salvatore Palma ha invece asserito: “Oggi il sistema ci dà la possibilità di avere una piattaforma, di avere un GPS, di avere la possibilità di poter monitorare il sistema e di avere immediatamente il dato della contravvenzione anche con fotografia all’interno del portale. Con questo sistema facciamo un’operazione di grande servizio, sia la collettività sia il cittadino ma anche e soprattutto all’amministrazione comunale che supera così una criticità che come tutte le altre amministrazioni registra sul tema delle sanzioni.”
Un’altra novità sarà inoltre il tasto “alert” che consente all’agente che segnala una difficoltà, attraverso un GPS, di richiamare l’attenzione alla centrale o alle altre pattuglie sul territorio.
“Collaboriamo tutti affinché Napoli sia una città sempre più ordinata e dove il disordine e il modo di fare selvaggio possa lasciare spazio invece ad un modo di fare civile e consapevole.” Conclude Alessandra Clemente.
Maria Baldares