E’ partito in anticipo il corteo per la manifestazione nazionale dei lavoratori statali (indetta da dodici categorie di CGIL, CISL e UIL) che si sono riuniti oggi a Roma per protestare contro la Legge di Stabilità, a causa della mancanza delle risorse necessarie allo sblocco del contratto dei lavoratori del pubblico impiego, fermo ancora dal 2010.
I lavoratori manifestanti, che inizialmente dovevano partire in corteo alle 13.30, si sono mossi anticipatamente perché la piazza era già gremita da circa un’ora, infatti si stima un numero di partecipanti intorno ai 50mila. Il corteo sfilerà per le vie del centro di Roma fino a giungere a Piazza del Popolo, luogo in cui si terrà il comizio conclusivo a cui parteciperà il segreterio generale della CGIL, Susanna Camusso, quello della CISL, Anna Maria Furlan e, infine, il segretario aggiunto della UIL, Carmelo Barbagallo.
“Servizi pubblici perché servono, perché di tutti. Pubblico sei tu“, recita lo striscione in prima fila sorretto dai tre leader. “L’impegno che deve venire da questa manifestazione è che se non ci saranno risposte nei prossimi giorni si prosegua con lo sciopero. E’ importante stare insieme qui oggi in piazza per una categoria che ha il contratto bloccato da sei anni“, afferma Susanna Camusso, che indossa una maglia con scritto “Arrogance, profumo di premier“. Dichiara invece Annamria Furlan: “In Italia gli scioperi generali si decidono insieme“. E aggiunge: “Dopo lo sciopero generale non c’è più niente, gli obiettivi devono essere chiari“.
E’ chiara dunque la posizione dei sindacati: se la legge di stabilità non destinerà risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, si procederà dritti verso lo sciopero generale a dicembre.
A tal proposito “Basta con le menzogne” è lo slogan lanciato dal segretario generale della Fp-CGIL, Rossana Dettori, a cui si aggiunge l’intervento del segretario generale della Cisl Fp, Giovanni Faverin: “Non è vero che non ci sono i due miliardi che servirebbero per il rinnovo del contratto per il 2015” e continua: “Se il Governo non metterà le risorse necessarie nella legge di stabilità, a dicembre faremo lo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici e della scuola. Non ci fermeremo neanche dopo lo sciopero“.
Andrea Palumbo