Nella libreria Quarto Stato di Aversa, Rete dei Comunisti indice un nuovo appuntamento per riflettere e dibattere sulle condizioni politiche in cui versa il mondo, seguendo l’ottica “catastrofista”, attraverso l’illustrazione dimostrativa dello storico di fascismo e antifascismo Giuseppe Aragno.
L’intervento segue quanto già scritto sulla testata Contropiano: a cento anni dalla Grande Guerra, possiamo definire la stabilità sociale ed economica del mondo in una stasi di pace oppure non c’è mai stata?
Lo storico Aragno è chiaro nel prendere posizioni quanto più estreme: il convegno parte con una critica ferrea alle condizioni su cui furono fondati i trattati dell’Unione europea, che –ricordiamo- nacque in ragion di pace per non lasciar ripetere all’uomo le disumane stragi tra popoli, registratesi durante la prima e la seconda guerra mondiale.
“Durante la carriera di storico ho riscontrato che la più grossa menzogna inculcataci è che la storia non si ripete mai due volte. E quando parliamo di guerra, nello specifico, mi rendo conto degli ossimori con cui l’uomo convive senza ritegno: guerre per la democrazia, guerre umanitarie.” “Con lo stabilirsi dell’UE abbiamo visto unirsi più potenze economiche che seguono tutte la scia degli interessi. Io credo che ogni guerra si fagociti proprio a causa degli interessi.”
“La prima guerra mondiale ci viene descritta sui libri come il pretesto per mettere fine alle congiure contro l’Austria, stiamo parlando dell’attentato a scapito dell’arciduca Francesco Ferdinando di Sarajevo. Un attentato che tra l’altro poteva essere evitato perché in un primo momento il futuro erede al trono si salvò per miracolo, e durante la celebrazione nazionale non si sfiorò l’idea di bloccare il corteo, ma proseguì finendo accidentalmente nel luogo dove si era già tentato una volta di sparargli. Noi adesso seguiamo i fatti, che marginalmente, ci vengono mostrati ai telegiornali e che riguardano la situazione in Ucraina; anche lì la crisi è avanzata una volta provocato l’attentato aereo, e si è presentata la caratteristica del caso, della fatalità terroristica, ma ci troviamo di fronte all’interesse di più paesi pronti a scendere in guerra per interessi antichi.”
Lo storico prosegue il convegno delucidando ulteriormente alcuni accadimenti con analisi sociale e critica: “I punti di contatto tra passato e presente sono impressionanti: nel 1914 c’era la potenza inglese mentre oggi ci sono gli USA, pronti a sfruttare potenze altrui per sconfiggere il nemico e scatenare guerre per mantenere la supremazia. La questione della Crimea è da considerare un mero pretesto di guerra che vede interessi: la Russia è un colosso mondiale dal problema geografico, perché i mari troppo freddi rischiano di bloccare i traffici commerciali. Servono degli stretti, acque calde in cui fortificare il nazionalismo di carattere zarista. Mentre gli USA che hanno grandi risorse energetiche ci tengono a tagliare ogni sorta di rapporto dell’UE con altre potenze, costringendoci ad accettare i loro prodotti seppur con costi più elevati.” “Anche l’Unione europea, comunque, mette in difficoltà gli Stati Uniti d’America concorrendo con le politiche imperialiste. Ed anche l’Italia non è affatto cambiata: da sempre occupa la terza fila nell’ambito militare, culturale, ed anche civile. Esempio di questa inciviltà è il fatto che Giolitti nel 1915 rilasciò un’intervista in cui affermava che la partecipazione dell’Italia era già scritta mentre sui libri di storia scolastici sarà colui che perpetuerà il neutralismo fino alla fine. D’altronde quest’intervista fu resa pubblica in Italia solo negli anni ’60.” Segue un discorso di manipolazione politica a scapito della stampa.
Tutto quello di cui parla Giuseppe Aragno è sicuramente una prospettiva idealistica di valutare prontamente una parte di storia che oggi si “celebra” senza conoscerla bene; così coglie l’occasione per ribadire anche quanto la storia debba essere contestualizzata e rapportata agli accadimenti odierni, perché molti storici tendono a definire storia solo un lasso di tempo accaduto e terminato, mentre Aragno c’insegna che la storia può essere addirittura strumentalizzata dal web e dalle tv, fino agli editori che non sborserebbero un euro per un saggio sulle tipologie di fascismo contemporaneo. In merito a ciò Aragno focalizza la drasticità con cui “i governi di Napolitano abbiano ucciso la democrazia. Viviamo in un governo dichiarato illegittimo, dove si vanno a cambiare le leggi costituzionali per mascherare i passi che seguono le tracce sempre e solo dei soliti interessi.”
“Oggi non viviamo nel 1914 perché abbiamo nuovi strumenti per scrutare la storia. Ciò non toglie che i mezzi di repressione siano sempre gli stessi e cerchino di abbattere tutti questi mezzi di ribellione. Oggi le brigate rosse sono gli studenti, costretti a subire riforme vergognose per la scuola, l’università e la ricerca.”
In tutto questo mare di catastrofismo, lo storico azzarda l’ipotesi di trovarci alle soglie di un’eventuale terza guerra mondiale; chiarisce di essere uno studioso critico, e non un indovino; ma conclude il convegno con una teoria apocalittica: “siamo di fronte a un totalitarismo peggiore del fascismo, perché quello lo si poteva combattere. Oggi l’opinione pubblica non sa niente e non circola il pensiero alternativo. La tv, i giornali, il web cercano di inculcare omologazione, ma ciò è ben differente dal dire la verità”.
Alessandra Mincone