I viaggi nel tempo sono possibili? In questo articolo facciamo un viaggio alla scoperta del tempo, la sua definizione, la sua misura e le ricerche fatte. Viaggiare nel tempo è stato, da sempre, uno dei più grandi desideri dell’essere umano. Tornare nel passato per la voglia di riparare ad un errore e cambiare le cose oppure curiosare tra le vite quotidiane di un tempo; lanciarsi nel futuro per soddisfare la curiosità di vedere “dove” stiamo andando e cosa è riservato al nostro mondo. Tutto ciò che è assolutamente impossibile nella pratica non è escluso nelle teorie scientifiche.
Ma cos’è il tempo? Per poter pensare di cavalcarlo occorrerebbe capire bene cosa sia. La cosa più evidente in assoluto è che esso scorre inesorabile e sembra andare solo ed esclusivamente in una sola direzione, quella del futuro.
Altra cosa evidente è che il tempo può essere scandito e misurato attraverso eventi ciclici, ossia eventi che si completano in intervalli costanti di durata.
La prima misura del tempo fatta dall’uomo ha sfruttato il fenomeno prevedibile dell’alternanza del giorno e della notte e da lì sono partite tante altre misure fino a quella precisissima di oggi che si effettua presso il NIST in Colorado, dove il secondo viene misurato misurando il numero fisso di vibrazioni che produce l’atomo di cesio una volta sollecitato.
Ma per quanto precisi possano essere gli orologi il tempo rimane un mistero.
Le moderne misure del tempo, nacquero quando con i viaggi fatti dalle persone con i treni, ci si rese conto che occorreva sincronizzare gli orologi di tutto il mondo.
Proprio mentre si cercava di studiare questa sincronizzazione, un giovane fisico che lavorava all’ufficio brevetti di Berna, Albert Einstein, sconvolse il mondo con una visione rivoluzionaria della natura del tempo.
Fino a quel momento il mondo vedeva il tempo come una cosa semplicissima, scandita in modo costante e dalla teoria Newtoniana, il tempo stesso scorreva sempre in avanti e non si poteva far nulla per cambiare il suo verso nè per modificarne la velocità di scorrimento.
Per Einstein, tutto ciò non era corretto. Secondo lo scienziato, il tempo poteva scorrere a velocità diverse. Questa intuizione visionaria sconvolse il mondo, scientifico e non.
Secondo Einstein, quindi, il tempo poteva essere diverso per diversi osservatori. Il tempo quindi non è un ente universale, come pensava Newton, ma un qualcosa che ognuno di noi potrebbe sperimentare a suo modo. Questa scioccante intuizione Einstein la maturò trovando una relazione, fino ad allora nascosta tra lo spazio ed il tempo. Secondo lui, il tempo e lo spazio sono strettamente legati tra loro, in particolare tra il movimento nello spazio e lo scorrere del tempo. Si dovrebbe parlare più precisamente, quindi, di spazio-tempo e, in questa nuova visione, in particolare se aumenta la velocità di percorrenza nello spazio, diminuisce la velocità dello scorrere del tempo, e viceversa.
Il moto nello spazio, quindi, influenza lo scorrere del tempo. Tutti concetti ripresi nella teoria della relatività, sono stati ampiamente dimostrati dal punto di vista teorico e, almeno fino ad ora non sono stati mai smentiti.
Da questa teoria ha preso maggiore forza il desiderio degli esseri umani di viaggiare nel tempo, concretizzatosi nella pubblicazione di testi ed anche opere cinematografiche, tra cui ricordiamo l’ultimo film in cui è stato riprodotto il “paradosso dei gemelli”, ossia l’eventualità appunto che uno dei due gemelli che viaggiasse a velocità crescenti nel cosmo, finanche alla velocità della luce, vedrebbe il suo orologio scorrere più lentamente e, tornando sulla terra, vedrebbe il suo gemello invecchiato di molto rispetto a lui.
Il film di cui parliamo è Interstellar di Christopher Nolan. Ciò che avviene nel film che vi invitiamo a vedere, è trattato ampiamente l’argomento dei viaggi nel cosmo che influenzano lo scorrere del tempo. I mezzi di viaggio sono i cosiddetti Wormhole.
Il nome Wormhole deriva dal paragonare l’universo a una mela; se un verme è posto sulla sua superficie e deve raggiungere un punto opposto ha due possibilità: o segue la superficie della mela o abbrevia producendo un tunnel attraverso la mela stessa. Ora, considerando la mela come lo spaziotempo si capisce l’evidente analogia.
Un Wormhole è una configurazione topologica dello spaziotempo che unisce due punti distanti dell’iperspazio e che può essere percorsa in un tempo minore di quello che impiegherebbe la luce. Mentre le distanze tra l’apertura e l’uscita possono distare teoricamente migliaia di anni luce, la lunghezza del Wormhole può essere anche di pochi metri.
I Wormhole furono studiati (e denominati) dal fisico John Wheeler e dal suo gruppo negli anni Cinquanta, sebbene prima di lui diversi fisici e matematici ne avessero previsto l’esistenza. Tutte queste strutture avevano tuttavia una cosa in comune: non permettevano l’attraversamento, in quanto il tunnel tra entrata ed uscita veniva distrutto poco dopo dell’enorme forza gravitazionale.
L’argomento è molto ampio ed affascinante, ma noi ci fermiamo qui con la speranza di aver stuzzicato la curiosità dei lettori.
Salvatore Annona