La normale e spontanea reazione alle dichiarazioni di Matteo Salvini è composta di due atti concatenati: in un primo passaggio si tende a sgranare gli occhi interrogandosi sull’effettiva possibilità di cotanta ignoranza, sono questi i momenti della rassegnazione, del “guarda chi è al potere” e delle mani portate sulla faccia, congiunte in segno di preghiera per i più credenti; subito dopo però arriva il lampo, la sgradevole connessione logica, che dà il via al secondo passaggio, quello della comprensione. “È mai possibile che non sappia certe cose?” ci si domanda, e la risposta è no, infatti le sa benissimo.

Il cervello ringrazia sarcasticamente per il momento di evitabile sconcerto, si comprende che è l’interesse a parlare, e non Salvini. “Ahh sta sfruttando anche l’attentato a Charlie Hebdo per farsi propaganda, rosicchiare qualche punto percentuale”, tutto chiaro. Non so in realtà quale punto delle affermazioni di Salvini sia maggiormente privo di fondamento logico, se la paventata dichiarazione di guerra ad uno stato (ah no, a tutto l’oriente) per l’operato di un’organizzazione terroristica con cui non ha nulla a che fare, e che ha prontamente e pubblicamente condannato, o il suo “stop al multiculturalismo buonista”, istanza che trova l’accordo anche di Toti e della Meloni, come se il multiculturalismo sia un qualcosa di voluto e non l’inevitabile conseguenza di un piccolo processo chiamato “globalizzazione”. Certo è che entrambe le proposte sorgono sul nulla, ed è quindi inutile starne a parlare.

Il Movimento Cinque Stelle dal blog di Beppe Grillo, pur condannando la strage, avanza sospetti riguardo alcune dinamiche della ricostruzione degli eventi, come il ritrovamento casuale dei documenti dei due attentatori, “scordati” in una macchina a quanto pare. Il premier Matteo Renzi ha mostrato solidarietà all’ambasciata francese, dichiarando che: “Tentare di colpire il simbolo della libertà è un gesto di orrore senza fine”. E che dunque “L’Europa ha il dovere di reagire, in modo compatto”. La reazione dell’Europa per ora non è ancora arrivata, ma lo farà prossimamente. Questo è il “momento della commozione” come detto dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che ha parlato di “un attentato contro il nostro modo di vivere”.

Riguardo al nostro paese l’unico deciso a prendere provvedimenti concreti è Angelino Alfano, che ha già anticipato la sua prossima proposta di misure antiterrorismo eccezionali. Considerando che ogni forma di protezione sembra debba essere per forza accompagnata da un’incredibile restrizione della privacy e della libertà di comunicazione, bisognerà ora vedere quanto queste nuove misure propenderanno per l’una o l’altra faccia della medaglia, e i precedenti non sono di certo incoraggianti. All’indomani dell’ attentato alle Torri Gemelle si era parlato allo stesso modo di inserire nuove efficienti protezioni, ma il tutto si concretizzò solo nel 2005, quindi a quasi quattro anni di distanza, e in un Decreto Legge, quello Pisanu, che provvide solamente a legittimare gli operatori dei principali servizi di comunicazione a conservare qualunque dato personale degli abbonati, un terribile controllo di massa.

Per il resto l’intero impero del chiacchiericcio italiano ha indossato grandi elmi e pesanti scudi per difendere la libertà di stampa, dipingendo la “nostra civiltà” come in prima linea nella guerra alla censura. Strano per un paese, l’Italia, che da una recente analisi sul livello di censura europeo effettuata da Freedom House, risulta un “paese parzialmente libero”, l’unico insieme alla Turchia.

Marco Travaglio ha ben colto un tale scempio, e dal suo monologo per Servizio Pubblico ha riassunto in poche righe la sconfinata storia della censura italiana: “In Italia abbiamo scoperto di essere contrari alla censura, anzi abbiamo da insegnare a tutto il mondo perchè da noi la satira è libera così come l’informazione, nessuno s’è mai sognato di censurarla anche perchè noi abbiamo risolto il problema proprio alla radice, la satira l’abbiamo abolita diretamente, almeno dalla Rai”. Ha citato quindi numerosi aneddoti riguardanti Biagi, Santoro, Hendel, che non potè andare in onda per delle battute su Bruno Vespa e Sandro Bondi, Paolo Rossi, che non fu più ospite di Bonolis a Domenica In perchè minacciava addirittura di leggere un brano si Pericle.

Del Noce si espresse chiaramente al riguardo, dichiarando che “la linea editoriale di rai uno vieta la satira politica contro chiunque”, Corrado Guzzanti venne denunciato per il personaggio di Padre Pizzarro, insultato per l’imitazione di Bossi. Insulti che piovvero anche su Vauro per una vignetta sui provvedimenti dopo il terremoto in Abruzzo, e più recentemente su Virginia Raffaele, colpevole dell’imitazione del ministro Boschi.

Nel frattempo questa mattina si è verificata una violenta sparatoria a Dammartin-en-Goele, nell’area a nord di Parigi in cui la polizia francese sta cercando i due fratelli franco-algerini Cherif et Said Kouachi, i presunti responsabili della strage.

Valerio Santori

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