Ultimo umanista e filosofo partenopeo, l’avvocato Gerardo Marotta – scomparso lo scorso 25 gennaio alla veneranda età di 89 anni – lascia un’immane e preziosa eredità al suo paese, una raccolta di oltre 300.000 volumi orgoglio del patrimonio culturale di Napoli e frutto di quarant’anni di attività filosofica.
Fondatore nel 1975 assieme ad Elena Croce (figlia di Benedetto Croce) dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ospitato presso lo storico Palazzo di Serra Cassano, Marotta così dichiarava:
«I professori mi dicono: Marotta, ma che fa? La smetta di vendere, conservi per i figli. I miei fratelli si mettono le mani nei capelli: Gerardo, stai dilapidando il patrimonio. E le mie figlie sono preoccupate. Papà – mi implorano – anche la casa hai ipotecato, dove andremo a vivere quando morirai? Ma io vendo tutti i miei beni! Immobili, gioielli, risparmi, tutto. Lo faccio per salvare il nostro Istituto italiano per gli studi filosofici, per tenere alta una bandiera dell’umanesimo. Siamo i contrafforti dell’unità nazionale, ma l’Italia ci sta abbandonando».
A sue spese, Marotta donava i volumi all’Istituto. A sue spese, costruì circa 200 scuole in tutta Europa e sostenne 180 biblioteche del Sud. Ha lapidato il suo patrimonio per salvare la cultura, per diffondere il sapere. Non è bastato, quattro anni fa a causa della mancanza di fondi da parte del Governo la biblioteca è stata sfrattata. Oggi, gran parte di quei volumi si trovano in un capannone di Casoria, altri sono sparsi in vari depositi della città, una quarantina invece, andarono all’asta. Un vero e proprio “genocidio culturale”, come lo definì il filosofo. E Marotta, fino agli ultimi istanti della sua vita, ha combattuto per dare una “degna” collocazione ai suoi volumi. Dopo la sua morte, è il figlio Massimiliano a condurre la battaglia del padre facendo appello alle Istituzioni.
Oggi sembra esserci finalmente un reale interesse delle Istituzioni, una risposta delle quali arriva dall’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele:
“Non riesco a immaginare la città senza Gerardo Marotta.Napoli è in debito con lui, lo siamo tutti per la nostra inadeguatezza. Dobbiamo avere uno scatto di dignità. La sua ultima battaglia è stata quell di cerare una collocazione per i suoi volumi e siamo a un passo dalla realizzazione: collocheremo i libri nell’ex Palazzo del Coni a Monte di Dio, accanto alla sede dell’Istituto per gli studi filosofici”.
Intanto, – come riporta Repubblica – un’ altra proposta viene offerta dal giudice Tullio Morello, componente del Consiglio giudiziario della Corte di Appello che si impegna nel trovare una nuova ubicazione ai libri di Marotta, individuando in Castel Capuano la possibile sede:
“Siamo tutti addolorati per la scomparsa di questa prestigiosa figura che ha fatto tanto per la nostra città. Adesso però bisogna impegnarsi per non disperdere il patrimonio culturale che rappresenta l’eredità più importante dell’avvocato Marotta. Castel Capuano è un edificio di grande valore storico per la città e gli spazi non mancano.”
Alla proposta di Morello interviene anche il Presidente della fondazione Castel Capuano Antonio Buonajuto, che commenta:
“Io stesso, tempo fa, avevo pensato a questa possibilità e avevo provato a capire se l’ipotesi fosse o meno percorribile. L’ufficio speciale del ministero della Giustizia espresse alcune riserve, legate innanzitutto al numero dei volumi e alla necessità di assicurarli. Vediamo se adesso si riuscirà a portare avanti questa iniziativa, personalmente non ho nulla in contrario.”
Sede ancora da stabilire, ma finalmente arriva la mobilitazione da parte delle Istituzioni. I volumi avranno una sistemazione degna del loro importante valore storico e culturale, e si realizzerà così il sogno per cui un uomo dall’alto spessore civico, morale e culturale ha combattuto duramente e difeso per una vita intera.
Senza cultura non si crea solidarietà europea – Gerardo Marotta
Rosaria Ferrara