Attraverso la enews dell’08 marzo 2015 il Premier fa il punto dell’ingarbugliata situazione sulla riforma della scuola, che dovrà decollare da martedì 10 marzo in Consiglio dei Ministri.
“In settimana – afferma Renzi – concludiamo l’esame in consiglio dei ministri e presentiamo il disegno di legge al Parlamento chiedendo di discuterlo velocemente”. Se le opposizioni non fanno ostruzionismo, ma provano a dare una mano anche migliorando il testo, non ci sarà nessun provvedimento di urgenza da parte nostra”.
Intanto permane il ‘nodo’ circa l’assunzione dei precari. Allo stato attuale infatti, il posto assicurato per l’avvio dell’anno scolastico 2015/2016 sembrano avercelo solo in 43mila, sui 136mila appartenenti solo alle graduatorie a esaurimento, che non sono gli unici ad attendersi la conferma del posto in cattedra. Ad attendere l’ingresso in ruolo, infatti, sono tutti i vincitori di concorsi, gli abilitati, idonei e che abbiano svolto almeno un’ora di supplenza.
Le recenti resistenze all’interno del Consiglio dei ministri hanno convinto il premier a rinunciare alla maxi infornata che avrebbe soddisfatto le richieste della Corte Ue, che recentemente ha condannato l’Italia per il precariato docenti degli ultimi anni.
La nuova scuola, targata Renzi, rivoluzionerà anche la figura del Preside. I dirigenti dovranno riprendere le redini dell’organizzazione scolastica e della programmazione didattica.
Priorità sarà data all’Edilizia Scolastica. In questo caso poi vedremo se dalle parole si passerà effettivamente ai fatti.
Altro tema ‘spinoso’ sono le detrazioni per le scuole paritarie, sul quale a questo punto sarà stesso il parlamento a pronunciarsi.
Renzi infine lancia un’allarme: “Attenzione!!! mai vista tanta disinformazione come sulla scuola. Qui ci sono i tre video, in ordine, che ho fatto a settembre , gennaio e marzo su come abbiamo gestito La Buona Scuola”
E invita in maniera generica a postargli un commento “Per chi non ha tempo da perdere suggerisco di guardare solo l’ultimo ed è gradito un commento a matteo@governo.it”.
Pasquale De Laurentis
@pasqdelaurentis