Sono giorni poco sereni quelli dell’ospedale St. Maria della Pietà di Nola, qui da tempo è in atto un presidio di una parte dei lavoratori addetti alle pulizie, in protesta contro la ditta per cui lavorano, la Flash del consorzio Saeman.
La controversia è frutto di una situazione che ormai da due anni attanaglia i dipendenti della ditta, i quali si ritrovano spesso con stipendi arretrati e ritardi nei pagamenti. L’azienda non è stata in grado di retribuire le mensilità da Ottobre a Dicembre 2017, lasciando così i propri dipendenti alle strette nel periodo natalizio.
Nei primi mesi del 2018 l’Asl ha sopperito al problema con una surroga dei pagamenti delle spettanze degli ultimi mesi del 2017, una vera e propria boccata d’aria per gli addetti alle pulizie, boccata d’aria che però non è durata più di qualche mese, lasciando così i lavoratori senza stipendio anche sotto le vacanze pasquali.
Durante gli ultimi giorni di Marzo il consorzio Saeman ha prima diramato un comunicato aziendale verso dipendenti e sindacati nel quale si chiedeva di comprendere il particolare momento di difficoltà dell’azienda, facendo così presagire il peggio anche per quel mese, per poi assicurare pochi giorni dopo, durante una riunione con i sindacati OR.SA., Cisl, USB e un delegato dell’ ASL Napoli 3 Sud che la ditta avrebbe improvvisamente superato il suddetto periodo di crisi e che entro il 31 di Marzo sarebbe stata corrisposta la mensilità di Febbraio, senza tenere poi fede alle sue stesse parole.
Il problema però non si esaurisce nel mancato pagamento degli stipendi: l’azienda ha iniziato una rappresaglia nei confronti dei lavoratori addetti alle pulizie più attivi nelle proteste e nelle riunioni, mandando avanti pratiche di sospensione dal posto di lavoro verso due persone e una pratica di licenziamento in tronco nei confronti di Gina Atripaldi, sindacalista di USB, che dichiara:
«Io sono una sindacalista, però ho sempre detto ai miei colleghi e ai lavoratori tutti che per rivendicare i propri diritti bisogna tenere fede ai propri doveri, in tempi non sospetti sono stata encomiata 4 volte dall’ Asl, l’azienda ha addotto al licenziamento motivazioni che non sono vere. Ho gli atti alla mano, abbiamo impugnato licenziamento e vedremo come andrà a finire, perché questo più che un attacco a una persona è un attacco politico verso l’USB, che è un sindacato di lotta e non ha intenzione di mollare».
Recente è anche la notizia che l’azienda, la quale ricordiamo essere ancora in arretrato di diversi stipendi con i propri dipendenti, avrebbe ufficializzato una nuova assunzione pochi giorni dopo il licenziamento di Gina. Il consorzio Saeman ha inoltre disertato il tavolo convocato presso la Prefettura con una nota in cui afferma di ritenere «già superate e risolte le problematiche in esame all’ordine del giorno» e che «i temi che attengono sia all’organizzazione del lavoro, sia alla gestione del personale sono di esclusiva competenza aziendale».
La situazione è grave e non sembra prospettarsi all’orizzonte alcun tipo di soluzione, intanto l’Asl continua a pagare le spettanze all’azienda che però non riesce a garantire la giusta e puntuale retribuzione ai propri dipendenti. I lavoratori addetti alle pulizie sono in stato di agitazione e nonostante continuino a garantire i servizi basilari hanno indetto un presidio permanente nei pressi dell’ospedale St. Maria della Pietà di Nola, presidio al quale hanno aderito oltre al sindacato USB anche Fiom, la Cisl, Cobas e il partito Potere al Popolo. La volontà di riscattare un’ingiustizia subita e la consapevolezza di meritare un lavoro più giusto e stabile sono le cose che continuano a spingere Gina e i suoi compagni:
«Una cosa che mi domando è: un’ azienda può arrogarsi tanto potere nei confronti di chi gli ha reso un servizio e non ha creato mai problemi nonostante le difficoltà che lei ha creato nelle nostre tasche? Ci sono delle persone con una famiglia che non riescono a mettere il piatto a tavola, ci hanno distrutto, ci hanno leso nella dignità».
Alessandro Cuntreri
Quello che non funziona nel diritto del lavoro sono la giustizia che e lumaca.
Io conosco Gina È voglio spezzare una lancia a suo favore non solo per la serietà che mette nel compiere il suo lavoro ma per le idee che porta avanti a difesa dei
lavoratori che si trovano nella sua stessa situazione. Si offende la dignità dei dipendenti e delle loro famiglie. Il potere dei datori di lavoro ha sempre vinto sui dipendenti. Vergogna!E le lotte operaie? Le abbiamo dimenticate? Viva Gina! Tutta la mia solidarietà.
Sei un grande Alessandro….la ns lotta continua