Prende spazio nell’agenda politica del governo il tema della spendig review. Il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha pronto un piano per tagliare la spesa governativa di 20 miliardi in 3 anni.
Si diffondono le voci di un imminente ritorno di Carlo Cottarelli, attuale commissario alla spending review, a Washington, al servizio del Fondo Monetario Internazionale. Dovrà quindi abbandonare il ruolo di commissario alla spending review, ma comunque non prima di aver presentato la nuova legge di stabilità, entro il 15 ottobre, dove presenterà i 20 miliardi di taglio della spesa previsti dal governo Renzi. Cottarelli, comunque, sarà al servizio del governo solo fino alla presentazione della legge, dopo di che prenderà il suo posto, con ogni probabilità, il fidato consigliere economico del Premier, Yoram Gutgeld.
C’è già stato il primo incontro preliminare per la definizione dei tagli. All’incontro erano presenti Cottarelli, Padoan, Renzi, il consigliere economico Gutgeld e Boschi. Il piano, illustrato da Cottarelli, prevede un taglio di “20 miliardi in mille giorni”, piano già accennato al meeting Ambrosetti a Cernobbio. Una volta definito l’obbiettivo, cominceranno gli incontri con i singoli ministri per individuare le voci di spesa da tagliare per ogni dicastero. In caso di problemi o di assenza di accordo potrebbero esserci tagli lineari, di circa 3 miliardi di euro, per ogni ministero. A Cernobbio Cottarelli era apparso assolutamente ottimista. “Il processo di revisione della spesa pubblica – ha spiegato il commissario – sta riguardando più Paesi perché la globalizzazione impone che la tassazione non possa essere più alta”. Tra le principali ‘vittime’ della spending review potrebbero esserci le compartecipate, che sono più di 8mila in tutto. In tre anni queste partecipate potrebbero calare fino ad un massimo di 2mila società. Altro punto saranno le spese ministeriali, con Renzi che ha indicato l’obbiettivo di tagliare di almeno il 3% la spesa di ogni singolo ministero.
Sulla revisione di spesa che sarà presentata da Cottarelli si esprime anche il vice premier Angelino Alfano. Alfano si è detto convinto che ci siano “le condizioni per lo sblocco degli stipendi delle forze di polizia”, a patto che i sindacati “abbassino i toni che hanno il sapore della minaccia”. L’ottimismo di Alfano, comunque, dovrà necessariamente scontrarsi con la risolutezza e la determinazione di Cottarelli che sui corpi di sicurezza lavora molto. Tra le idee principali, infatti, ci sono quelle di accorpare i corpi di polizia, con in testa quella penitenziaria e quella forestale, e il taglio della rete diplomatica della Farnesina.
Altro possibile taglio oggetto di scontro potrebbe essere la possibile privatizzazione di quote di Enel ed Eni. Cottarelli ritiene che il taglio di queste quote sia di vitale importanza per fare cassa. Tuttavia il premier, e i suoi ministri, ha più volte detto che non ci sarà una privatizzazioni delle società, visti gli utili che procurano al governo. Negli ultimi giorni, comunque, è possibile vedere un ammorbidimento della posizione del Premier che ha detto di “guardare al mercato prima di svendere le quote” di Enel ed Eni.
Francesco Di Matteo