Barney Ross e i suoi mercenari, a bordo di un elicottero, assalgono un treno diretto alla prigione di Denzail con l’intenzione di liberare Doc, uno dei membri originali della formazione. La missione viene portata a termine nel migliore dei modi. I mercenari, ora, numericamente pronti, si proiettano verso un nuovo incarico: neutralizzare una spedizione di bombe termobariche. Il destinatario delle armi, Victor Menz, si rivelerà essere Conrad Stonebanks. Ross, convinto di averlo ucciso anni prima, rimane sorpreso nel vederlo e decide, senza troppi fronzoli, di eliminarlo una volta per tutte sfruttando l’effetto sorpresa. Stonebanks, però, riesce a mettersi in salvo e si vendica ferendo gravemente un componente del gruppo di Barney. Ritornati in patria, Ross e compagni incontrano l’agente della CIA Max Drummer.

Questi, responsabile dell’operazione, ordina che Stonebanks venga catturato al più presto per poi condurlo al Tribunale Internazione dell’Aja. Ross, suo malgrado, è costretto ad accettare l’incarico ma non vuole che altri suoi compagni possano rischiare la vita. Decide, quindi, di sciogliere la sua squadra e di formarne una nuova. Nella lista dei nuovi coscritti c’è anche un soldato messicano particolarmente agile ma, a causa dell’età avanzata, la sua presenza nel gruppo non viene approvata. Definita la nuova squadra, preparano il piano d’assalto. Stonebanks, secondo quanto riferito da Trench Mauser, sembrerebbe trovarsi a Bucarest.

Il piano per catturarlo sembra aver funzionato ma il signore della guerra ha con sé un sistema di localizzazione e nel giro di pochi istanti i suoi scagnozzi lo raggiungono nuovamente. La vendetta, anche questa volta, non si fa attendere. Stonebanks rapisce i componenti del gruppo ed invia a Ross un video in cui minaccia di ucciderli entro quarantotto ore. Si fa viva la vecchia guardia, ed insieme al messicano Galgo, partono tutti insieme per liberare i giovani mercenari. La missione si rivelerà più dura del previsto ma si risolverà in positivo. Conrad Stonebanks perderà la vita a termine di un emozionante scontro con il suo rivale Barney Ross. I mercenari possono tornare a casa e festeggiare l’ennesima vittoria.

Il terzo, e si spera ultimo, capitolo dei Mercenari delude le aspettative e non riesce mai a coinvolgere pienamente lo spettatore. La partenza in media res è positiva ma, poi, la trama risulta essere banale e facilmente prevedibile. Certamente è l’episodio meno riuscito della trilogia nonostante un cast stellare. Proprio il nutrito numero di attori di prima fascia è uno dei punti deboli della pellicola.

Tutti avrebbero diritto ad un maggior minutaggio sullo schermo quando, invece, si assiste ad un film eccessivamente incentrato su di un Sylvester Stallone piuttosto spento. L’espressività non è mai stata la qualità migliore dello “stallone italiano” ma i vari ritocchi estetici hanno ridotto ulteriormente i suoi movimenti facciali. Il regista, quasi esordiente, Patrick Hughes insiste troppo spesso in primi piani sull’attore e ne ricava scene mediocri che non fanno altro che rallentare il ritmo dell’azione.

Senza dubbio positiva, invece, la partecipazione di Mel Gibson. E’ certamente il personaggio più carismatico della pellicola e si cala perfettamente negli inediti panni del cattivo di turno. In poco più di due ore fa dimenticare completamente al pubblico il suo passato come difensore della legge in Arma Letale, dimostrandosi un attore a tutto tondo. Positive le new entry di Wesley Snipes ed Antonio Banderas che, soprattutto il secondo, regalano momenti di simpatica ironia alla trama. Solo ruoli marginali per Arnold Schwarzenegger ed Harrison Ford.

The Expendables si propone come un revival dei grandi film d’azione anni ottanta ma, un po’ la pessima computer grafica ed un po’ la sceneggiatura rivedibile, il risultato finale non è dei migliori. Un film tutto muscoli e niente cervello.

Luca Cerbone

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