“ L’egitto ci ha proposto una parte del Sinai per realizzare lo Stato di Palestina, ma ho rifiutato perché è illogico che siano loro a risolvere il problema che abbiamo con Israele”. Ad affermarlo sarebbe stato il Presidente Palestinese Abu Mazen in un incontro con alcuni consiglieri di Al Fatah, rivelando alcune informazioni private avute con Al Sisi, raiss egiziano.
Secondo un reportage diffuso lunedì da Radio Galei Tzahal, proprio Al Sisi avrebbe presentato una proposta di risoluzione del conflitto israelo palestinese. Il colloquio, avvenuto al Cairo, parrebbe rivelare la proposta di cedere ad Abu Mazen 1.600 chilometri quadrati nel Sinai allo scopo di espandere la striscia di Gaza fino a cinque volte le dimensioni attuali. Il piano dovrebbe garantire il pieno controllo del territorio da parte dell’Autorità Palestinese. In cambio, verrebbe richiesto di rinunciare alla rivendicazione di uno Stato sulle linee armistiziali pre ’67.
L’idea, che circola da qualche settimana, avrebbe ricevuto l’appoggio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’amministrazione americana.
In ogni caso, Abu Mazen, avrebbe dichiarato che la proposta è “assolutamente inaccettabile”. Ma il ministro degli esteri egiziano – citato dalla ABC – smentisce che al Sisi abbia avanzato questa proposta.
Anche Nabil Abu Rudaineh, portavoce dell’Autorità Palestinese avrebbe smentito qualsiasi notizia in merito. E infatti poche ore più tardi l’ufficio di Abu Mazen, dopo aver respinto le voci, ha parlato di “fabbricazione israeliana” perché la mossa sarebbe arrivata “dall’ex capo del consiglio israeliano per la sicurezza nazionale Giora Eiland” che avrebbe “suggerito la creazione dello Stato di Palestina a Gaza e in parti della penisola del Sinai, collegandolo all’autonomia delle città della West Bank”.
La notizia, che circola da qualche settimana, nella giornata di ieri ha ricevuto l’assoluta smentita proprio da parte di Abdel Fatah al Sisi: “La notizia circolata stamane non corrisponde a verità, è una menzogna. La concessione di parte del territorio era una promessa fatta a Mohammed Morsi ed ai fratelli musulmani”.
Intanto l’Onu ha diramato le statistiche ufficiali dell’ultima offensiva israeliana che avrebbe ucciso 2.160 cittadini palestinesi e ne ha feriti più di 11.000. Circa mezzo milione di cittadini evacuati, migliaia di case, moschee ed ospedali sono state parzialmente distrutti. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, ad oggi ci sono 1.500 nuovi orfani nella Striscia di Gaza. Sono questi i risultati dell’operazione israeliana “Protective Edge”.
Luca Mullanu