In un mondo oramai globalizzato che vede tra i principali strumenti della comunicazione l’instostituibile servizio web, quasi diventa scontato l’utilizzo di alcune tecnologie come il Wi-Fi, la cui presenza nei luoghi è divenuta quasi scontata per gli utenti di internet.
Eppure, la facilità di utilizzo di tali reti senza fili è data dal risultato finale di un vero e proprio percorso, iniziato quasi su basi visionarie.
Un grande problema che gli ingegneri del tempo hanno dovuto ovviare è stato quello delle limitazioni date dalle reti cablate che, pur offrendo un servizio efficiente e sicuro, dovevano esser installate fisicamente in strade e palazzi, rendendo la loro realizzazione alquanto problematica soprattutto per edifici di vecchia data, sprovvisti di giusti requisiti. E’ da qui che è nata l’esigenza di trovare una seconda alternativa, meno invasiva ma pur sempre funzionale, che potesse permettere la navigazione in internet.
Utilizzare un servizio senza fili, al tempo, sembrava essere quasi una fantasia degna dei migliori film di fantascienza, eppure l’ingegno dell’uomo ha portato non solo alla riuscita del progetto ma anche al suo successo indiscusso.
Tutto inizia nel 1999 quando fu fondata la Wi-Fi Alliance, consorzio mirato a promuovere, commercializzare e standardizzare il nuovo modello senza fili. Le prime sei aziende a comporre tale gruppo furono 3Com, Aironet (ora di Cisco), Harris Semiconductor (oggi Intersil), Lucent (oggi Alcatel-Lucent), Nokia and Symbol Technologies (ora Motorola).
Originariamente chiamato WECA (Wireless Ethernet Compatibility Alliance), oggi lo chiamiamo Wi-Fi, nome coniato un anno dopo la fondazione quando il team riuscì a fissare lo standard di velocità di trasmissione di 11Mbps nella banda 2,4GHz.
Numeri davvero bassi, ma che non fermarono l’ambizione dei ricercatori che, dopo soli due anni, riuscirono a quintuplicare il risultato registrando 54Mbps nei 5GHz. Più risultati si ottenevano più il consorzio cresceva e dai 6 membri originari si arrivò a ben 100 aziende coinvolte.
L’aumento dei fondi, ovviamente, portò ad una migliore ricerca tanto che nel 2003, uno degli anni cruciali di questa storia, Intel introdusse la piattaforma Centrino sul mercato, portando la scheda rete Wi-Fi nella dotazione standard dei PC portatili. Fu allora che iniziò la discesa della tecnologia in questione, che piano a piano iniziò ad entrare nelle case degli utenti.
Passati due anni (siamo nel 2005 ) il termine iniziò ad essere adottato nei principali dizionari mondiali. Assieme alla notorietà del nome, aumentarono le vendite dei dispositivi provvisti di schede per le reti senza fili e nel 2009 si arrivò a ben 600 milioni di computer con Wi-Fi integrato, mentre nel 2011 a bel 1 milione di hotspot installati globalmente.
Siamo quasi arrivati alla fine del percorso e la storia ci riporta dati e risultati al limite dell’immaginabile: nel 2012 la tecnologia è arrivata ad essere utilizzata in un quarto delle case di tutto il mondo, nel 2013 gli hotspot sono passati dall’essere 1 milione a 5 milioni, mentre il consorzio è passato dai 200 ai 600 membri.
Infine, arriviamo ai giorni nostri. Il 2014 è stato l’anno che ha segnato più di tutti la rivoluzione delle tecnologie mobile: sono nati i dispositivi indossabili smartwatch, gli smartphone sono diventati un accessorio indispensabile, i tablet hanno preso il posto del cartaceo ed ogni strumento – dalle auto, alle caffettiere- è stato dotato di software intelligente. Il Wi-Fi ha così trovato strada spianata, allargando il proprio potere in ogni ambito e non più solo nel servizio web.
L’uomo ha ottenuto risultati incredibili quanto imprevisti. Le sei aziende fondatrici si sarebbero mai aspettate tale successo? Il progresso non può esser fermato, tanto che ci si chiede come saremo tra altri 15 anni. Di certo la Wi-Fi Alliance continuerà ad esistere e magari registrerà ancora più membri di oggi.
Anna Amura