“Incerte le sorti del gravemente ferito capo dell’ISIS“, così la prima pagina della versione web del network Al-Arabyia News. Secondo quanto riportato dall’emittente, le condizioni di salute dell’autoproclamato Califfo al-Baghdadi, che da mesi ha fatto tremare il Medio Oriente con le efferatezze dei propri sodali, potrebbero essere critiche. I jet americani avrebbero infatti centrato una casa situata ad al-Qaim, un piccolo centro abitato ai confini con la Siria, all’interno del quale si stava svolgendo una riunione trai membri dell’organizzazione, proprio alla presenza di al-Baghdadi, il quale sarebbe rimasto ferito, mentre alcuni dei suoi sarebbero addirittura rimasti uccisi. Secondo quanto riportato dal New York Times, sarebbero morti anche due governatori regionali del califfato. La presenza di Baghdadi al meeting, non sarebbe comunque stata confermata dagli ufficiali, e numerosi altri dubbi affiorano sulla vicenda.
Secondo quanto riportato dal New York Times, l’ufficialità della notizia deriverebbe da un comunicato del Dipartimento della Difesa statunitense che avrebbe confermato che le truppe alleate avrebbero portato a termine un l’attacco nei confronti di un “raduno della reggenza dell’ISIS“, distruggendo anche un convoglio di 10 autocarri. Una discrepanza vi sarebbe tuttavia tra le versioni del governo iracheno e di quello americano. Secondo il primo l’offensiva avrebbe colpito la sopracitata cittadina di al-Qaim, mentre per il secondo il raid sarebbe stato diretto verso Mosul. La differenza di versioni risulta attualmente inspiegabile, soprattutto poiché le due località si distanziano di ben 180 chilometri.
Nel frattempo in Iraq si sono registrate forti tensioni: almeno 36 le morti nei quartieri a maggioranza sciita delle città di Baghdad e Ramadi, causate dalle deflagrazioni di 6 autobombe e ordigni. La capitale è infatti afflitta dalla morte di 10 persone nel quartiere Karradda, da due esplosioni in zona Amin e da un’autobomba scoppiata di fronte ad un negozio che ha comportato ulteriori vittime.
A Ramadi invece, nella provincia occidentale di Anbar, un kamikaze a bordo di un fuoristrada militare, ha provocato la morte di 5 soldati che presidiavano un checkpoint. Checkpoint, che nemmeno un’ora prima, era stato oggetto di un attacco a colpi di mortaio. Le modalità di esecuzioni e gli obiettivi, ricorderebbero quelli del califfato, tuttavia nessuna rivendicazione dell’attentato è ancora avvenuta.
A dare man forte al governo iracheno, un nuovo convoglio di 1.500 soldati americani, sotto autorizzazione del presidente Obama. Governo iracheno che ha inoltre ringraziato la comunità internazionale per l’invio di nuovi consiglieri militari, soprattutto americani, nonostante la tardività dell’aiuto. “Questa misura è un pò in ritardo – ha fatto sapere in un comunicato l’ufficio del primo ministro iracheno Haidar al-Abadi – ma è la benvenuta“.
Antonio Sciuto