Dopo otto mesi di intensi negoziati, tutti i paesi della Penisola Araba (ad eccezione dello Yemen, in guerra civile) hanno deciso di riunirsi a Doha, capitale dell’emirato del Qatar. Gli argomenti affrontati sono la minaccia dell’ISIS e della Repubblica Islamica dell’Iran su tutto il Golfo Persico.

Per la preparazione di questo meeting, solitamente annuale, sono stati appunto necessari questa volta ben otto mesi di negoziati. I negoziati hanno aperto le grandi divisioni che esistono tra i regnanti della Penisola Araba, specialmente da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti contro il piccolo ma influente Qatar. Il Qatar infatti ha sempre appoggiato le rivolte in Egitto e finanziato i fratelli musulmani, organizzazione che invece EAU e Arabia Saudita non hanno esitato a definire “di stampo terroristico“.

Gli ultimi sviluppi, come la crescita del califfato islamico e le minacce iraniane, hanno però superato le divisioni interne, e portato a questo nuovo Summit del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Il summit si apre con l’ammissione, invero non molto incoraggiante, del vice-presidente dell’associazione Abdul Aziz Aluwaisheg, che rivela ai microfoni di Al-Jazeera: “Il fatto stesso che questo meeting si svolga è in sé un successo. Per i leader della Penisola Araba venire in Qatar dopo tutto ciò che è successo rappresenta di per sé un grande evento“.

Il punto focale del Summit è quello di rafforzare la Cooperazione Militare e di intelligence, visto che specialmente con il riavvicinamento degli Stati Uniti all’Iran per questi paesi potrebbero nascere nuovi problemi: “Il comando militare permette al CCG di affrontare più efficacemente le minacce esterne, specialmente quelle iraniane, mentre il GCC-POL (servizio intelligence, n.d.A.) avrà il compito di condividere a tutti le informazioni per combattere meglio le associazioni terroristiche“, così dichiara Anwar Ishqi, luogotenente delle forze armate saudite.

Non sono mancate inoltre le parole rivolte al vicino ed instabile Yemen: “Lo Yemen è un punto focale. Cosa succede nello Yemen, paese più popoloso della Penisola Araba ma al contempo il più povero, è essenziale per il futuro del Consiglio della Cooperazione del Golfo“. Così dichiara, sempre ad Al-Jazeera, Joseph Keshishian, esperto in relazioni mediorientali.

La cooperazione sembra quindi rafforzarsi tra i paesi della Penisola Araba, anche se è lecito domandarsi quanto questa cooperazione sarà effettiva, o se gran parte di essa rimarrà soltanto sulla carta. I due principali blocchi, EAU e Arabia Saudita contro il piccolo Qatar, non cesseranno di certo, mentre Oman e Kuwait beneficiano della loro eterna neutralità.

Nicola Donelli

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