La scorsa volta abbiamo visto come con Porter si cominci a capire che alcune sequenze, montate in un determinato modo, possano aumentare l’enfasi drammatica della narrazione.
Dobbiamo tuttavia sottolineare che, nonostante Porter abbia apportato delle novità grandiose nel campo del montaggio, gli avvenimenti non vengono rappresentati in forma selettiva; ogni singolo fatto viene rappresentato a una distanza fissa dalla cinepresa. Ciò comporta che il regista non ha la possibilità di far risaltare alcuni particolari elementi della narrazione.
Un grande e decisivo apporto al percorso che porta alla nascita dell’MRI viene svolto da David Wark Griffith. Nel 1908 Griffith viene scritturato dalla Biograph come regista e dal 1908 al 1913 realizza oltre 450 film (lo standard prevalente è il film composto da una sola bobina dalla durata di circa 15 minuti).
Griffith si concentra sulle diverse opzioni di montaggio ed è attirato dal dinamismo della composizione interna al quadro e dall’eloquenza simbolica dei dettagli (i quali possono essere primi piani, contrasti di luce…).
Il lavoro di Griffith, comunque, non è un lavoro isolato e unico: svolge, essenzialmente, un lavoro di sistemazione e di messa a punto delle risorse linguistiche e spettacolari del cinema, molte delle quali erano già preesistenti. Soggettive, raccordi sull’asse erano già presenti nel cinema inglese della scuola di Brighton da più di un decennio ; il carrello1 era un brevetto di Giovanni Pastrone; la panoramica2 era già stata usata da Porter, e così anche la dissolvenza3, il primo piano, ecc.
Il suo, comunque, è un lavoro decisamente rivolto alla radicale trasformazione dell’MRP, investendo il cinema di responsabilità ideologiche e morali.
Per Griffith è necessario costruire, attraverso il montaggio, un universo continuo e omogeneo utilizzando un materiale che di per se è discontinuo e frammentario: le inquadrature. Si rende conto della necessità di codificare una sintassi della continuità, in modo da rendere comprensibili le relazioni temporali che si intersecano e intrecciano nello spazio ricostruito dal montaggio. Ed è per questo che definisce termini come: inquadratura, scena, sequenza.
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Inquadratura: una singola ripresa, il più piccolo elemento discernibile all’interno di un film.
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Scena: un insieme di inquadrature che hanno in comune l’elemento spaziale.
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Sequenza: un insieme di inquadrature che in comune hanno l’elemento argomentativo, il fatto.
Poi, a seconda dei collegamenti che vengono posti tra le diverse inquadrature si otterranno diversi effetti.
Grazie agli studi di Griffith potremmo distinguere tre tipologie di montaggio:
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Analitico: che si basa essenzialmente su 3 diverse tipologie di raccordo (in un secondo momento aumenteranno):
– Raccordo di movimento: se, ad esempio, un personaggio in movimento esce da destra, nella successiva inquadratura deve riapparire da sinistra. In caso contrario lo spettatore potrebbe pensare che il protagonista possa aver cambiato idea.
– Raccordo sull’asse: è un avvicinamento con stacco senza cambiare l’angolo di ripresa.
– Raccordo di sguardo: prima si mostra un personaggio che guarda un oggetto e poi l’oggetto guardato.
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Alternato: si segue una storia che si dirama in due parti diverse o che partono da parti diverse e che poi si incroceranno.
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Parallelo: si mostrano due storie completamente indipendenti ma che hanno in comune solo l’idea o una sorta di rapporto causa-effetto. In A corner in wheat (1909) Griffith ci mostra, in modo alternato, un commerciante che si arricchisce e i contadini poveri alla fame, senza nemmeno le sementi.
https://www.youtube.com/watch?v=WHLfjB7dSyc
Nel 1915, convinto che il lungometraggio sarà il futuro del cinema, fonda con Mack Sennett la Triangle Film Corporation con cui produce Nascita di una Nazione, della durata di 160 minuti.
In questo film Griffith mette in scena una ferita ancora aperta (la guerra civile americana) esprimendo una visione individualistica della storia: gli eventi si mettono in moto quando Lincoln decide di passare all’azione.
https://www.youtube.com/watch?v=XnZZAREPvmY
Si può affermare che Nascita di una nazione è la prima opera cinematografica pienamente narrativa, dove si tende a dare molta più importanza alla storia narrata piuttosto che alla spettacolarità delle immagini narrate.
Cira Pinto
1O Dolly, è, appunto, una sorta di carrello con annessa una gru per riprese in altezza più complesse sulla quale viene montata una macchina da presa.
2 È una ripresa realizzata facendo ruotare o inclinare una macchina da presa sul proprio asse.
3 Si differenzia dallo stacco (un passaggio istantaneo da un’inquadratura ad un’altra) per lo sfumare graduale dell’immagine. Può esserci una dissolvenza in nero o una dissolvenza incrociata.