Napoli – Scoppia lo scandalo Affittopoli anche nel partenopeo. La fatturazione e l’incasso non coincidono, i conti non tornano.
Sulla carta sarebbero 32 i milioni incassati ma, effettivamente, sono meno di 16. Sono circa 307 le unità immobiliari molte volte concesse in comodato d’uso o addirittura gratuitamente oppure dietro pagamenti di canoni a dir poco ridicoli; tra esse spiccano 31 sedi di associazioni politiche e 17 location di proprietà pubblica ma anch’esse con fini più o meno politici. Questi palazzi e casette, da far invidia al gioco del monopoli, costano ai contribuenti napoletani circa un milione e 300 mila euro, a causa di un tasso di morosità che nel corso degli anni ha prodotto una quantità spaventosa di crediti non riscossi.
Nel quadro generale della penisola, Napoli non è la sola città coinvolta nello scandalo “Affittopoli”. Tra gli “esempi” si noti Milano dove è stato scoperto un affitto di quaranta euro al mese, anzi per l’esattezza 41 euro e 39 centesimi, per un appartamento di cento metri in un quartiere centrale della città, o ancora un altro privilegiato inquilino che da 14 anni paga 100 euro al mese per un appartamento centrale. Tra le più scandalose città infette da “Affittopoli”, si classifica anche Roma, con i 257 appartamenti a destinazione residenziale che si trovano in centro storico, sul territorio del Primo Municipio, ricavati dagli oltre 2.000 locali che compongono il patrimonio disponibile di Roma Capitale. Si tratterebbe di locali di cui il Comune è proprietario ma che non sono necessariamente destinati ad ospitare famiglie indigenti o in emergenza sociale. Esempio lampante ne è l’appartamento a 9 euro al mese a via Carlo Cattaneo, quello a 150 euro al mese a Largo Corrado Ricci, quello a 40 euro al mese in via del Colosseo e pure uno a 31,50 euro al mese in via di San Teodoro.
Nel 2012, il controllo dei beni immobili napoletani è stata privatizzato, affidandolo all’ente Napoli servizi, dopodiché il precedente gestore privato Romeo, restituì a Palazzo San Giacomo gli incartamenti virtuali riguardanti i patrimoni. Poco tempo dopo il Comune si dimostrò incapace di collocare locatari e beni immobili. Dopo due anni, nel 2014, prese la direzione di Napoli Servizi Domenico Allocca. Nel giro di tre anni si è perso soltanto del tempo prezioso, portando di recente alla creazione di un nuovo software per il controllo delle vicende immobiliari, un bel giocattolino costato circa centomila euro.
Riguardo l’accaduto l’Assessore Fucito ha dichiarato che non tutto è perduto e si può ancora recuperare qualcosa degli ottantotto milioni di euro non incassati. C’è da dire anche che però tutto il tempo perso ha innescato dei meccanismi non facilmente risolvibili riguardanti la sfilza di morosi ancora non raggiunti dalle lettere di messa in mora. Fortunatamente, però, qualcosa si sta muovendo anche se molto lentamente.
Daniela Violante