Il caso Cassimatis era finito in tribunale, quando il capo politico e garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, aveva deciso di estrometterla nonostante la vittoria alle comunarie della docente genovese.
Marika Cassimatis era stata accusata di non rappresentare i valori del Movimento e tra lo stupore generale Grillo le aveva tolto il simbolo e la possibilità di candidarsi a sindaco. “Fidatevi di me”, disse Beppe, interrogato sul caso, ma per il tribunale questa frase non è fonte di diritto.
“Abbiamo vinto, per ora sono io il candidato”, ha rivendicato Marika Cassimatis, dopo il giudizio del giudice del tribunale di Genova, “siamo molto contenti per questa vittoria e ora voglio incontrare Beppe Grillo e lo staff”. Dal versante del Movimento non c’è ancora alcun commento ufficiale, ma si pensa che i legali dei 5 stelle decideranno di impugnare l’ordinanza. Con la decisione presa viene anche sospesa la candidatura di Luca Pirondini, l’altro candidato alle comunarie che aveva perso proprio contro la Cassimatis.
La docente poi ha dichiarato: “Questa è una vittoria politica, non solo legale, è la vittoria del rispetto delle regole della democrazia, della legalità e della trasparenza su cui il Movimento fonda la sua esistenza”. In questo momento, Marika Cassimatis è di fatto la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle di Genova.
Di sicuro non ci si aspetta alcun passo indietro da Beppe Grillo, che certamente negherà la possibilità di utilizzare il simbolo alla rivale: sarebbe uno schiaffo incredibile alla sua credibilità di capo e minerebbe la sua autorità, ruolo su cui ha costruito il Movimento. Dall’ordinanza del giudice Braccialini si legge: “Grillo è capo politico, ma non ha il potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche. Tali decisioni sono vincolanti per lui e per gli eletti – perché – le assemblee telematiche producono deliberazioni vincolanti per il capo politico e per gli eletti. Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, in materia di candidature locali non si identifica nel diritto di ultima parola”. Una sicura sconfitta per Grillo che dovrà risolvere un caso molto spinoso che mina la credibilità della trasparenza del Movimento 5 Stelle.
I dittatatore da strapazzo si rivela egli italiani voteranno questo figuro e i suoi scagnozzi,portandoci alla rovina