Ripulito di tutti i suoi peccati, De Luca è stato ritenuto candidabile grazie alla decisione della seconda sezione del Tar napoletano, presieduta da Gabriele Nunziata. Il ricorso del Movimento Cinque Stelle che chiedeva l’incandidabilità dell’ex sindaco era portato avanti da Valeria Ciarambino, che aveva deposto davanti agli avvocati Marchese e Agosto e che si basava sulla legge Severino.

Durante il ricorso è stato sostenuto che la candidatura di De Luca sarebbe stata “lesiva al corretto espletamento della competizione elettorale” in quanto l’ex sindaco di Salerno “risulta carente dei requisiti soggettivi e politici e, dunque, è conseguentemente incandidabile oltre che ineleggibile”. E sembrerebbe proprio che questo ricorso abbia offerto a De Luca un’ottima occasione per rivolgersi agli elettori del Movimento Cinque Stelle affinché “non disperdano il loro voto inutilmente. Chiedo loro di esprimere la voglia di rinnovamento, dando sostegno e forza alla mia battaglia contro la politica politicante, clientelare e deludente. Sarà un bene per il futuro della Campania”.

De Luca, con una mossa da calcolatore impeccabile, sta sfruttando un suo punto debole per uscirne vincitore? Il senatore Domenico De Siano, coordinatore di Forza Italia in Campania, infatti, commenta: “Il dispositivo della sentenza del Tar conferma che De Luca è candidabile ma ineleggibile. Se dovesse essere eletto sarebbe subito sospeso. Una sentenza durissima che mi auguro non venga strumentalizzata dal candidato Vincenzo De Luca”

La strada, però, è ancora lunga: De Luca, in questo momento ha una condanna in primo grado per la designazione di un funzionario comunale alla carica di project manager per la realizzazione di un termovalorizzatore, poi mai costruito. Processo più, processo meno, De Luca è sulla stessa linea dei suoi alleati: indagati della Rimborsopoli e indagati per peculato. Speriamo non diventi una nuova moda.

Elena Morrone

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