Sabato nero, quello di domani, per tutti gli utenti dei trasporti del Comune di Napoli. Un nuovo sciopero dei bus e delle linee della metropolitana causerà infatti gravi disagi per i pendolari e per la popolazione in generale. I lavoratori incroceranno le braccia per protestare “contro l’attuale stallo nelle relazioni industriali e contro la mancanza di adeguate misure volte a garantir rispetto, dignità, democrazia e pari opportunità nelle scelte aziendali e nel’organizzazione del lavoro”.

Altro punto nevralgico dello sciopero sembra essere lo sperpero di denaro nell’elargizione di superminimi (si parla di alcuni impiegati che percepiscono dai duecentocinquanta agli ottocento euro mensili oltre al regolare stipendio) e il mancato investimento di fondi nella manutenzione da parte di Anm, diventata una vera e propria holding del trasporto pubblico, dopo aver inglobato altre tre società al suo interno.

Durante giorni così torridi poi (e considerando che abbiamo buona parte dell’estate davanti a noi) è assolutamente fondamentali che i mezzi di trasporto, su gomma e su rotaie, siano muniti di un efficiente impianto di climatizzazione. E invece nell’area del comune di Napoli solo sessanta mezzi dispongono di un impianto di climatizzazione funzionante. Uno su dieci. Innumerevoli sono le proteste poi per i treni regionali.

Chi scrive è anch’egli un pendolare, e quasi sempre mi trovo imbottigliato in treni sporchi e maleodoranti, in servizio dagli anni ottanta, dove l’aria condizionata funziona poche volte e, spesso, quando funziona non è attiva in tutti i vagoni. Carrozze strapiene, dove è impossibile il minimo movimento (come grattarsi il naso), persone stipate come bestie nei carri bestiame e il calore insopportabile sono causa di continui malori all’interno dei treni stessi. Se poi il treno parte anche con mezz’ora di ritardo i malanni si amplificano a dismisura. Non poche volte se si prende un treno domenicale della tratta Napoli-Caserta ci si imbatte in qualche vecchissimo treno della linea due della metropolitana “riciclato” come treno regionale, che è ovviamente sprovvisto di qualsiasi modernità.

Per non parlare poi della Circumvesuviana, emblema dell’inefficienza di un trasporto pubblico che potrebbe essere tra i primi in Europa, molto spesso martoriata da scioperi. Treni cancellati dieci minuti prima della partenza, mancanza di controllo ai tornelli in determinate ore del giorno, sovraffolamenti, guasti, mancanza di personale, treni obsoleti e la famigerata “mancanza di materiale rotabile” rendono i pendolari di questa linea dei moderni Ulisse che tentano di tornare alle loro agognate case.

Altro dramma per la viabilità partenopea sono i sempreterni lavori in piazza Garibaldi, dove adesso si sta lavorando per impermeabilizzare la linea due della metropolitana. Il dispositivo per il controllo del traffico installato dal comune sta causando gravi disagi, soprattutto ai tassisti, che spesso non riescono neanche ad uscire dai parcheggi di servizio. La Polizia Municipale consiglia, a chi volesse immettersi su corso Umberto I, di non utilizzare la rotatoria di Piazza Garibaldi, ma di percorrere via Marina, per poi svoltare a via Duomo.

Ambizioso appare poi il progetto del comune proprio per corso Umberto: spariranno gli spartitraffico in cemento e sarà imposto il limite di velocità di trenta chilometri orari. Dal lato di via Marina saranno poste delle strice blu per il parcheggio, mentre dal lato della sede centrale dell’università Federico II sarà creata una pista ciclabile, viste le numerose richieste dei cittadini. L’idea è quella di trasformare una strada a scorrimento veloce, in una grande arteria adibita allo shopping, come via Toledo. Domani comunque corse garantite per gli utenti di bus, tram e filobus dalle 5:30 alle 8:30 e dalle 17 alle 20. Per i pendolari della metropolitana e delle funicolari si invita a consultare il sito Anm per maggiori informazioni. A rischio comunque il servizio notturno del sabato sera (attivo in genere fino alle due di notte).

È quantomeno irritante il fatto che in una città come la nostra, così ricca di storia e potenziale umano, non si riesca a muoversi senza essere fagocitati dallo stress. Nella capitale del Kenya, Nairobi, sorge una baraccopoli corrosa da criminalità e miseria, Korogocho (in lingua kikuyu significa caos), diventata sinonimo di disordine. Non lasciamo che Napoli diventi la Korogocho del Mediterraneo.

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