L’importazione di sport in Italia è alla base per l’inizio di pratica di un determinato sport, soprattutto se questo è particolare o fuori dal comune. Per i casi particolari vi raccontammo già del football americano, grazie all’opera sportiva dei Briganti. Ma finché si tratta terraferma, non suscitano peculiari scalpori, al contrario degli sport acquatici, che potrebbero essere comunque comuni a noi partenopei, noti per una folta batteria di nuotatori, grazie ai pallanuotisti, ai fondisti ed ai nuotatori in corsia delle piscine.

Oggi vi parliamo dei kitesurfer della Kitesurf Napoli, un’associazione giovanissima, nata nel 2013, che appoggia chiunque. Forse vedendo in TV i vari telefilm americani estivi, chi è rimasto estasiato da questi sport abbastanza particolari, opta per la loro pratica. Così nel 2013 nasce la Kitesurf Napoli ASD, che oltre offrire servigi per la disciplina, offre anche l’etica, infatti mira “l’uniformare le procedure di sicurezza del kitesurf”. Dopo la sua nascita il litorale campano è venuto a conoscenza di ciò, infatti sono accorsi istruttori IKO (International Kiteboarding Organization) CSEN (associazione sportiva nazionale CONI) affinché gli appassionati avessero un luogo fidato come appoggio, usufruendo soprattutto di corridoi di lancio ed anche dei servigi necessari per la pratica dello sport. Ma per volare c’è bisogno di molto vento ed in Campania un litorale che offre queste possibilità è il Litorale domitioprecisamente il Lido Don Pablo ad Ischitellache offre il giusto corridoio di lancio ma soprattutto le le migliori possibilità per eventuali salvataggi con le moto d’acqua. Ma queste sono previsioni pessimistiche dato che gli istruttori Antonio Abet, Donato Di Maio, Lello D’Angelo Nicola Trillo (con i primi due IKO e CCSEN instructors), offrono garanzie ineccepibili, ma si sa che la giusta adrenalina la offrono solo gli sport rischiosi, e citando Neil Simon, vi offriamo uno spunto di riflessione riguardo i rischi: “Se non si rischiasse mai nella vita, Michelangelo avrebbe dipinto il pavimento della cappella Sistina”.

Eugenio Fiorentino

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