Nuova tappa del giro turistico nel mondo dei tifosi di calcio. Dopo l’Italia, la Germania ed un passaggio nelle terre di Spagna, adesso ci si dirige al di là dell’Atlantico, nella parte Sud del Continente americano. Lì dove si gioca il calcio più offensivo del mondo, ove magari il livello tecnico della competizione non è quello europeo, ma le passioni esplodono in maniera più fragorosa: si va nel mondo in cui il calcio diventa questione di vita o di morte davvero, ed occupa ogni fase della crescita e della vita delle persone.

IL FENOTIPO DEI TIFOSI SUDAMERICANI – Nel Sud America il calcio è qualcosa di mistico e genetico contemporaneamente. Si tratta di sfide eterne, di competizione fra campioni: siamo nella terra che ha dato i natali ai due giocatori che sono considerati i più forti di tutti i tempi, il brasiliano Pelè ed l’argentino Maradona. Il mondo del tifo sudamericano risente di tutti gli spunti che provengono dalla società in cui si manifesta, dalla cultura che ha, e perfino dalla natura e dall’ambiente di cui quel mondo fa parte. Un miscuglio di nazionalismi ed identitarismi forti, di passioni genuine che spesso passano dalla joia infinita agli scontri più crudi fra tifoserie. Da quelle parti, i bambini nascono col pallone fra i piedi, e se non è un pallone si tratta di una lattina, pigna o qualsiasi cosa di sferico possa essere preso a calci, e vivono sognando un riscattodownload sociale che può esserci soltanto, il più delle volte, giocando a pallone. Sono bambini che vivono di eroi e crescono di idoli, e la cosa si riflette in maniera integrale nel tifo, organizzato o meno. Ce n’è per tutti i tipi: dal tifoso che si dà a coreografie gioiose, a festeggiamenti appassionati, ad esultanze fuori dagli schemi, quasi fosse un eterno carnevale di Rio. C’è il tifoso che piange di gioia o di rabbia. Gli altri no? Si, accade anche altrove, ma in sud america la cosa sembra avere radici più profonde. Il movente per il quale un tifoso per tutta la vita difende il proprio beniamino, è perché molto spesso in quelle nazioni c’è bisogno di esempi e di eroi come non ce n’è bisogno altrove. Pelè e Maradona, ognuno con le proprie differenze, sono il sogno di rivincita di tutto un popolo, e con questi sogni non è concesso a nessuno scherzare, perché infrangerne uno qui significa abbandonare le persone a se stesse, come purtroppo capita spesso nelle zone più disagiate.

Il tifoso sudamericano ha l’idolo nel cuore, ed una fedeltà cieca in lui. Il tifoso sudamericano si aspetta dal campione che si accolli sulle spalle anche i disagi e le speranze, ed anche le convinzioni politiche, di un popolo intero. E se per noi la Mano de Dios è stato un gesto di furberia apprezzabile e sul quale sorridere, per i sudamericani è stato il modo in cui Maradona ha chiuso i conti con i sempre odiati Inglesi, dando sul campo una rivincita per la sconfitta subita, militarmente, dall’Argentina per il dominio sulle isole Falklands (o meglio, per loro, le Malvinas).

In parole povere, per un tifoso sudamericano il calcio è tutto. E così lo vive.

Fonte immagini: google.com

Pier Gaetano Fulco

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