Subito dopo l’inizio dei raid russi, il presidente siriano Assad prende la parola in una trasmissione dell’emittente iraniana Khabar attraverso la quale appoggia le ultime mosse russe sul fronte siriano, quanto condanna le operazioni guidate dagli USA.
Infatti, nei confronti di questi ultimi, Bashar Al-Assad si esprime così «I raid della Coalizione in Siria e Iraq sono stati controproducenti, perché hanno permesso al terrorismo di diffondersi», spiegando «Da quando si è formata la coalizione guidata dagli Usa, lo Stato Islamico si è espanso geograficamente e ha moltiplicato il reclutamento» e arrivando a definire gli europei «i più importanti terroristi in Siria e Iraq». Durante l’attacco verbale all’Occidente, Assad ha anche speso qualche parola per i ribelli al regime che, secondo lui, sarebbero «il nuovo strumento degli occidentali per soggiogare la regione», invitandoli quindi a «deporre le armi e sottoporsi alle leggi dello Stato».
Tutt’altre parole sono state usate nei confronti della coalizione composta da Russia, Siria, Iran e Iraq che sostengono esplicitamente la permanenza di Assad al potere, cosa su cui non tutti gli Stati occidentali sono d’accordo. Infatti, il raìs si è così espresso: «devono vincere o la regione sarà distrutta». Inoltre, mentre gli occidentali «con una mano colpiscono i rifugiati siriani, con l’altra porgono loro cibo», i russi «non hanno mai cercato di imporci alcunché, soprattutto durante questa crisi. E anche la Cina sostiene il ruolo e gli sforzi della Russia nella lotta al terrorismo».
La Russia, da parte sua, non è rimasta con le “mani in mano”, conducendo 20 raid e centrando 10 obiettivi riconducibili allo Stato Islamico, secondo il Ministero della Difesa. Più precisamente, Mosca riferisce che i jet russi hanno bombardato un campo di addestramento dell’Is, un deposito di armi nei sobborghi di Al-Tabqa, nella provincia settentrionale siriana di di Al-Raqqa, roccaforte del gruppo jihadista. Distrutto anche un laboratorio di cinture esplosive. Nei raid sono stati distrutti sistemi di controllo e danneggiate infrastrutture usate per preparare attacchi terroristici. In altri bombardamenti, sulla provincia di Idlib, sono stati distrutti tre depositi di munizioni e armamenti. Colpiti quattro posti di comando. Un portavoce del ministero russo ha sottolineato come i bombardamenti abbiano permesso di tagliare la linea di rifornimento delle armi destinate all’ISIS.
Nonostante questi risultati, l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo ha denunciato che non tutti i bombardamenti russi hanno colpito obiettivi collegati con l’ISIS. Infatti, pare che siano morti diversi civili nelle province di Homs e Hama. Gli attivisti sostengono che le bombe siano state sganciate anche su Sharashuh e Al Gayar ferendo diversi civili e uccidendone uno. Due bambini sono morti nella vicina città di Granata.
Federico Rossi