Lucio Pierri, direttore artistico del teatro “Summarte”, da martedì 27 ottobre, annuncia l’inizio dei primi corsi di recitazione teatrale da lui redatti.
“Il teatro a prescindere!” sembra essere la sua propaganda, un modo per farci avvicinare a quest’arte che, per passione o per esperienza, è utile a tutti.
Pierri si definisce un anti aziendalista, un uomo che non si lega all’introito economico e che sarà giusto con tutti i suoi allievi. I soldi hanno un certo valore, un corso teatrale forma sicuramente una persona, l’arricchisce, la spoglia della sua timidezza, l’aiuta a superare qualche difficoltà nel linguaggio, ma sicuramente non tutti sono nati per diventare attori professionisti. Sarà quindi giusto e sincero. “Non è giusto che una madre debba spendere per far svolgere al figlio un’attività per cui proprio non è portato” afferma.
Si tratta quindi di un’importante esperienza sociale che, se ben seguita e se intrapresa con passione, darà sicuramente dei risultati.
“Ognuno deve seguire il suo percorso, è avvilente l’idea che un bambino debba essere deviato dai suoi genitori e non scelga la strada giusta per il suo futuro” sostiene l’attore che sembra abbia vissuto sulla sua pelle questa esperienza.
Dopo sette esami di giurisprudenza si rese infatti conto che una pagina di storia romana lo teneva legato alla sedia per ore intere, leggere un copione invece lo elettrizzava.
“Dimostrami che vuoi fare davvero l’attore”, furono le parole di suo padre, e così Pierri si mise al lavoro e, dopo l’Accademia d’arte di Roma, iniziò la sua fruttuosa carriera.
“Per diventare davvero qualcuno ci si deve rimboccare le maniche. Mia madre desiderava un figlio laureato e io dovevo dimostrare alla mia famiglia che non scherzavo, che davvero stavo costruendo il mio futuro. I risultati si sono visti.
Oggi posso dirmi un uomo felice, anche se in quanto alla mia carriera mi ritengo sempre ad un punto di inizio.
Secondo me non esiste il momento in cui si è davvero ‘arrivati’. Mio fratello è un imprenditore, ha scelto uno stile di vita più sicuro, ma io penso che tutti noi siamo imprenditori di noi stessi. Il destino ce lo costruiamo noi, con le nostre mani.
Ogni nostra scelta è importante. Io ho scelto anche la mia famiglia e posso dire che il mio punto di arrivo è la nascita di mio figlio.”
La felicità, prima di tutto, e la passione nello svolgere ogni tipo di attività: questi sono gli ingredienti che hanno spinto Pierri a donare al territorio di Somma Vesuviana, povera di luoghi sociali, un centro culturale della portata del Summarte.
“Come la maggior parte delle cose è capitata per caso, mi trovavo a Somma Vesuviana per provare uno spettacolo con Laura Freddi e siamo stati accolti dal cinema ‘Arlecchino’. Per ringraziarli tenni uno spettacolo a prezzi stracciati e, vivendo per poco in quella realtà, capii che poteva nascere qualcosa di importante. Il secondo step fu trovare due imprenditori coraggiosi, forse un po’ pazzi, e grazie a tutti i collaboratori che poi si sono uniti a questo progetto, spero di rendere al meglio quello che secondo me significa arte.”
Lucio Pierri durante la sua carriera ha intrapreso anche l’attività di comico.
Anche quest’esperienza gli ha fatto scoprire una sfumatura in più di questa società troppo presa dai suoi ritmi impossibili, dalla sua corsa al guadagno, proiettata all’opportunismo e all’affare.
“Oggi è difficile far ridere le gente” ci conferma, affermando anche che ormai non si distingue più il cabarettista dall’attore teatrale e spesso gli uni prendono il posto degli altri, senza giudizio, senza una vera e propria organizzazione.
“La battuta poi, deve essere fatta con passione. A che serve la dizione se quando reciti non trasmetti nulla? È quello che vorrei far capire anche ai miei allievi: metterci tanta passione, gli voglio far amare questa disciplina. Tratterò tutti allo stesso modo, come dei miei colleghi, perché se inizi questo percorso puoi avere 5 o 60 anni, sei comunque entrato nel giro. Vorrei anche far loro capire che la breve notorietà non serve a nulla. Oggi la televisione crea dei programmi che sembrano dei frullatori. Chi ne viene inghiottito diventa famoso per un po’, ma poi ne esci e ritorni alla tua vita normale.
Non è per niente una cosa sana. Non mangi con la notorietà di due mesi. Quello dell’attore è un lavoro vero.”
Prima di congedarsi Lucio Pierri ci ha anche rivelato i suoi programmi in cantiere.
Dopo i vari spettacoli alla Grotte di Petrosa de “L’inferno di Dante”, sarà impegnato nella rappresentazione teatrale “Morte di Carnevale” in onore del 30esimo anniversario di morte di Nino Taranto.
Alessia Sicuro