L’Italia si qualifica ai play off per il mondiale di Russia 2018. La vittoria di domenica del Belgio sulla Bosnia per 4-3 e quella degli azzurri sull’Albania di Panucci, partita vinta di misura grazie ad un gol di Candreva nel finale, porta la formazione allenata da Ventura alla fase ad eliminazione delle qualificazioni mondiali da testa di serie. Un successo che, però, non ha placato le critiche sia di tipo tecnico-tattico sia quelle riguardo al carattere di spogliatoio e CT, considerato troppo ostinato da una parte dell’opinione pubblica.

Polemica tecnico-tattica: la brutta vittoria su Albania e Israele, il pareggio con la Macedonia e, soprattutto, la sconfitta con la Spagna al Bernabeu hanno gettato non poche ombre sull’operato del CT azzurro, criticato per le sue scelte tecniche e per l’atteggiamento arrendevole della squadra in campo. Iberici a parte, l’Italia non è riuscita a far valere la sua superiorità nei confronti di avversari decisamente inferiori sulla carta. Le stelle che risplendono con i loro club, in azzurro non sono riuscite ad esprimersi al meglio nel 3-4-3 o nel 4-2-4 proposti dal tecnico. Insigne, seppur apparso in netto miglioramento rispetto alla partita con gli iberici, sembra ancora lontano dal trovare quelle giocate e quelle verticalizzazioni che lo hanno reso uno dei punti fermi della squadra di Sarri. Immobile non si è mostrato per quel giocatore determinate che abbiamo imparato ad apprezzare nella Lazio e nel Torino dello stesso Ventura. Verdi, grande sorpresa di questa serie A, ha risentito emotivamente dell’esordio in nazionale. La BBC, soprattutto Bonucci, non è stata quel muro invalicabile che tutti abbiamo imparato a conoscere.

A preoccupare più di ogni altra cosa tifosi e commentatori è stata la mancanza d’idee. C’è chi, addirittura, tra gli opinionisti l’ha descritta come un “insieme di singoli”. Sia con il 4-2-4 sia con il 3-4-3 è  emersa una distanza insormontabile tra i reparti, che ha reso l’Italia estremamente vulnerabile in difesa e poco pungente davanti. La BBC ha avuto grandissime difficoltà perché non coperta adeguatamente da centrocampisti, che giocano nei propri club con una linea mediana di 3 e non di 2 o che non hanno le caratteristiche fisiche per reggere questo tipo modulo. Lo stesso è accaduto agli attaccanti. Mancando fraseggio ed equilibrio a centrocampo le punte sono state mal servite e hanno dovuto svolgere un ruolo non solo offensivo, ma anche di copertura che ha di certo influito sulla loro lucidità e partecipazione alla manovra offensiva.

A far discutere, inoltre, sono state anche alcune mancate convocazioni. La più rumorosa  e criticata è stata sicuramente l’esclusione di Jorginho, regista del Napoli, in grado di smistare un gran numero di palloni e di favorire la comunicazione tra reparti. Giocatore che adesso sembra anche aver attirato l’attenzione dell’allenatore brasiliano Tite, che sfrutterà le prossime uscite europee dei partenopei, per visionare e constatare la tenuta psicofisica dell’italo-brasiliano in match importanti come quelli di Champions League. Jorginho anche se in passato ha risposto presente ad un paio di convocazioni in azzurro, giocando anche un paio di amichevoli, non ha mai disputato partite ufficiali e sarebbe, perciò, convocabile dal CT della Seleçao.

Jorginho
Jorginho

Polemica etica: a muovere altre critiche ci hanno pensato queste dichiarazioni del tecnico Ventura alla viglia della partita con l’Albania: “Dopo la partita con la Macedonia non c’era la depressione che qualcuno ha riportato, ma c’era invece la consapevolezza di poter fare molto meglio. L’accordo con quelli che voi soprannominate senatori è stato quello di descrivere ai più giovani del gruppo cosa significava indossare la maglia della Nazionale. Abbiamo parlato dello spirito che serve per essere veri campioni. E’ successo semplicemente questo, sono contento e li ringrazio perché hanno confermato di essere, oltre che ottimi giocatori, anche dei veri uomini. Sarà determinante riportare equilibrio e serenità per potersi giocare questi playoff. L’Italia deve e vuole andare ai Mondiali”.

Molti hanno interpretato queste parole quasi come un atto di debolezza da parte di Ventura, accusato adesso di avere poco carisma e poco polso nei confronti della propria squadra. Queste dichiarazioni sono risuonate per alcuni, più come una maggiore responsabilizzazione dei giocatori più esperti, come una mancanza di personalità da parte del CT. Tra i maggiori esponenti di questa tesi compare il leggendario Dino Zoff, ex portiere ed ex allenatore della Nazionale italiana di calcio. Zoff, intercettato dai microfoni di Radio Anch’io Sport  ha detto: “L’allenatore è il punto di riferimento. Bisogna credere nei ruoli. Ci sono delle regole, è la personalità del ct che deve fornire una determinata linea. Chi va in campo deve dare il massimo, non ci sono riunioni da fare o non fare. Poi puoi anche perdere perché ci sono gli avversari con cui fare i conti. Mi ricordo una riunione di noi giocatori nel 1974 sul treno per Stoccarda, vennero fuori due o tre cose e subito hanno chiuso la discussione perché non erano compatibili con il ruolo di giocatori. L’unico responsabile è l’allenatore. Io da ct mi preoccupavo anche quando i giocatori dicevano cose positive, non era loro compito parlare, ci sono regole e la responsabilità è del ct. “

Play off e rischio Svezia, Grecia o “Irlande”: la vittoria con l’Albania pur avendo leggermente rasserenato l’ambiente, non ha di certo tranquillizzato del tutto i tifosi, certi dei play off, ma non della qualificazione al mondiale. La squadra ha mostrato anche ieri i suoi difetti peggiori. Lentezza, ricerca continua e vana della profondità e continua distanza dei reparti continuano ad essere i nei di un’Italia che preoccupa e che tra un mese dovrà effettivamente giocarsi la qualificazioni ai mondiali.

Gli azzurri, pur essendo teste di serie, rischiano d’incontrare formazioni ostiche come Grecia e Svezia, dotate di ottimi giocatori come Mitroglu e Guidetti, capaci di fare la differenza. Irlanda ed Irlanda del Nord, rappresentano, infine, altri due pericoli da evitare assolutamente. Insomma, il play off, a prescindere dal nome e dalla caratura del proprio sfidante, non sarà di certo semplice per gli azzurri, che troveranno di fronte calciatori motivati a giocare la competizione più importante del mondo. Per passare, però, ci sarà bisogno di identità e di certezze, che al momento l’Italia (e Ventura) sembra aver smarrito e che dovrà ritrovare il prima possibile.

 

Fonte immagini in evidenza: liberopensiero.eu , ANSA.it

 

Giovanni Ruoppo

 

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