Sembra che il governo non voglia perdere tempo sulla legge elettorale ed è pronto a dare il via all’ultimo sprint. In serata, infatti, dovrebbe tenersi un vertice di maggioranza sulle riforme e, dunque, molto probabilmente, in questa settimana la legge elettorale andrà in commissione con l’obiettivo di giungere alle votazioni in aula a dicembre.
“Noi siamo pronti, basta rinvii”. Sono queste le parole di Renzi, che, nel frattempo, è in attesa delle decisioni di FI. Il piano del premier è tenere all’interno del Patto del Nazareno sia NCD che SC, garantendo ad Alfano le preferenze e alzando, come chiesto da FI, la soglia di sbarramento. È chiaro, comunque, che il premier ha intenzione di far approvare la riforma prima dell’elezione del successore di Napolitano e ha ribadito che si proseguirà “con urgenza e determinazione, sapendo che l’orizzonte del governo è quello dei mille giorni, del 2018”.
Alla pressione del Presidente del Consiglio ha risposto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Renzi mi ha chiesto di cambiare gli accordi per la decima volta” E ha continuato: “Noi non vogliamo rompere il patto, ma sembra che tutta questa fretta di far passare la legge elettorale prima di cose più urgenti come i provvedimenti sul lavoro e sull’economia sia figlia di una volontà chiara: andare a votare presto”. Berlusconi, inoltre, è anche sicuro di un’impossibile alleanza PD-M5S, in quanto “un patto tra Renzi e Grillo non converrebbe a nessuno dei due”. “Lo pagherebbero caro alle urne”, ha dichiarato, “perché perderebbero entrambi la faccia davanti ai propri elettori”. “Oggi non siamo in un sistema democratico” – ha aggiunto – “La maggioranza di sinistra è frutto anche di brogli alle urne. Gran parte dei deputati sono stati eletti con una legge elettorale dichiarata incostituzionale. Al Senato si governa con 32 cittadini che erano stati eletti per opporsi alla sinistra e che ora, invece, sostengono la sinistra. Una situazione assolutamente anomala”.
Ad ammonire le parole di Silvio Berlusconi è l’europarlamentare di FI, Raffaele Fitto, il quale si è espresso sul patto PD-FI dicendo: “Sulla legge elettorale se ne discuta dentro Forza Italia, ma le priorità devono essere altre”. E sulla situazione del partito ha affermato: “Forza Italia oggi è una nave in mare aperto con due falle, una a destra e una a sinistra. Una è Renzi e una è Salvini. È urgente convocare gli organismi di partito per un confronto chiaro e per prendere insieme le decisioni”.
Intanto i cinque stelle hanno denunciato in procura il Patto del Nazareno. “Ho depositato un esposto-denuncia alla Procura di Roma per accertare esistenza e contenuto del Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi”, ha dichiarato il deputato M5S Andrea Colletti. “Ho chiesto di verificare se il Patto sia stato effettivamente preordinato a pilotare illegittimamente le riforme in atto nel Paese e a decidere chi nominare come futuro inquilino del Colle”. Secondo Colletti, stando a quanto ha scritto sulle sue pagine Twitter e Facebook, dietro al patto Renzi-Berlusconi, si nascondono “indicazioni di un vero e proprio veto sulla candidatura di Romano Prodi alla successione a Giorgio Napolitano”.
Sull’argomento è intervenuto anche il senatore M5S Nicola Morra, che in un’intervista a Radio24 ha affermato: “Noi non siamo i sostituti che stanno in panchina e quando il titolare non ce la fa più o gioca male vengono chiamati in campo. La nostra proposta elettorale c’è, qualche mese fa abbiamo incontrato una delegazione del PD. Ricordo le parole con cui Luigi Di Maio ha arringato Renzi dicendo ‘la nostra proposta è qua, ci faccia sapere’. Ci potevano dire ‘ci piace, non ci piace’ ed entrare nel merito delle discussioni. Prendiamo atto che invece c’è stato un accordo politico, il Patto del Nazareno”. E ha concluso: “Noi ricordiamo che questo Parlamento è delegittimato, eletto con una legge definita poi incostituzionale. Giuridicamente il Parlamento ha una sua dignità, ma moralmente è fortemente indebolito da questo difetto di nascita. Per cui noi vogliamo votare, anche perché la sovranità appartiene al popolo, e siamo pronti ad accettare qualsiasi responso”.
“Se si vogliono rendere utili sono benvenuti, a patto che non si ricominci da zero: un pezzo di strada l’abbiamo già fatto”, è la risposta ad un’intervista a “Il Messaggero” del vicesegretario PD, Lorenzo Guerini, facendo riferimento proprio ai cinque stelle.
Andrea Palumbo