Terna, la società che gestisce il 98.5% della rete elettrica nazionale, ha diffuso i dati sulla richiesta di energia elettrica. Da quando, nel 2008, si avvertì nell’aria la crisi economica, mai ci saremmo aspettati di arrivare a certi livelli. Infatti, oltre alla disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile, delle notizie abbastanza inquietanti vengono registrate riguardo i consumi di elettricità del mese di ottobre. Infatti, Terna ci informa che nello scorso mese, l’energia elettrica richiesta in Italia, che ammonta a 26.4 miliardi di kWh, ha fatto registrare una diminuzione dell’1.4% rispetto a ottobre dello scorso anno. La variazione della domanda elettrica di ottobre 2014 rimane uguale a -1.4% anche depurata dal debole effetto della temperatura: al pari dei giorni lavorativi (23) si è avuta infatti una temperatura media mensile più o meno in linea con quella registrata a ottobre del 2013. I 26.4 miliardi di kWh richiesti nel mese di ottobre 2014 sono distribuiti per il 46.1% al Nord, per il 30.8% al Centro e per il 23.1% al Sud.

A livello territoriale, la domanda di energia elettrica nel mese di ottobre 2014 è risultata ovunque inferiore: -2.2% al Nord, -1.0% al Centro e -0.1% al Sud. Nel mese di ottobre 2014 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’82.8% con produzione nazionale e per la quota restante (17.2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22.0 miliardi di kWh) è calata del 2.6% rispetto a ottobre 2013. Sono in crescita le fonti di produzione eolica (+33.8%), fotovoltaica (+30.9%) e geotermica (+4.6%). In flessione, invece, le fonti idroelettrica (-13.3%) e termoelettrica (-4.7%).

In termini economici, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di ottobre 2014 rispetto al mese precedente è stata uguale al -0.3%. Il profilo del trend si mantiene su un andamento stazionario. Nei primi dieci mesi del 2014 la domanda di energia elettrica è risultata in flessione del 2.9% rispetto ai valori del corrispondente periodo del 2013; a parità di calendario il valore è -2.7%.

Questo è il clima che si avverte nell’aria. Un clima che sembra riflettersi nelle attuali condizioni atmosferiche. Che questa crisi sia peggio di quella risalente al 1929?

Federico Rossi

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