La situazione di confusione e di violenza nello Yemen sembra esarcebarsi sempre più, in uno dei paesi più poveri al mondo.
Nel paese, ultimamente, 30 persone sono state uccise durante intensi combattimenti tra tribù sunnite e i combattenti del gruppo Houthi, nelle province a sud di Bayda.
La battaglia, che si è tenuta lunedì, è iniziata con un contrattacco iniziato dai tribali sunniti, dietro ai quali si teme ci sia la mano di al-Qaeda, per cacciare via gli Houthi, che hanno espanso il controllo sulla città di Radaa, area a predominanza sunnita.
Nelle scorse settimane, gli Houthis hanno lanciato diverse operazioni contro i combattenti di al-Qaeda nell’area, dove gli Stati Uniti hanno dato supporto attraverso attacchi coi droni.
L’ultima battaglia è avvenuta il giorno dopo che il nuovo primo ministro Khaled Bahhah e il suo gabinetto hanno prestato giuramento in ufficio, mettendo in mostra la sfida che deve affrontare e unire il paese.
Il corrispondente di Al Jazeera, Hashem Ahelbarra, ha affermato che “Questo è un vero banco di prova per il governo” e che “la vera preoccupazione ora in Yemen, se i combattimenti continueranno, è quella che si andranno ad aumentare le divisioni confessionali nel paese, portando la situazione della parte meridionale del paese ad essere esplosiva“.
Il corrispondente inoltre ha osservato che i militari del paese stanno lottando per controllare la crisi in corso, anche se la cosa è difficile, in quanto i soldati sono divisi tra chi è leale al governo e chi agli Houthi, che hanno l’appoggio di Ali Abdullah Saleh, ex presidente dello Yemen.
Ali Abdullah Saleh, che in passato ha contrastato le rivolte degli Houthi, ora si ritrova ad essere il principale sostenitore di questo gruppo, i quali hanno sequestrato Sana’a a settembre senza opposizione e che hanno ampliato, nel corso del tempo, il loro controllo alle aree costiere e le regioni a sud della capitale.
I membri del GPC, ovvero il “General People’s Congress”, la cui maggior parte è alleata con Saleh e i ribelli Houthi, si sono opposti al governo di recente formazione di Bahhah.
Il GPC ha anche affermato che non è stato consultato nella formazione del nuovo gabinetto.
Sabato scorso, il comitato centrale del GPC ha fatto dimettere il Presidente Ab-Rabbu Mansour Hadi dal suo posto di vice presidente e di segretario generale del partito, accusandolo di sollecitare le Nazioni Unite a prendere sanzioni contro Saleh.
Traduzione dell’articolo: http://www.aljazeera.com/news/middleeast/2014/11/dozens-killed-clashes-southern-yemen-2014111010581945325.html
Fabio Scala