Un caso più unico che raro e che ben presto troverà spiegazioni. È quanto successo lo scorso fine settimana nel Tamil Nadu, regione a Sud dell’India, dove un uomo sarebbe rimasto ucciso da un meteorite. Utilizziamo naturalmente il condizionale, dal momento che non pare vi sia ancora una versione certa dell’accaduto, che avrebbe di per sé dello straordinario e tragico contemporaneamente. A perdere la vita è stato V. Kamaraj, autista quarantenne di un autobus di un college della città di Vallore, mentre sono rimasti feriti con gravi lesioni altri tre uomini (due giardinieri e un altro autista). Che si tratti di un meteorite o di un qualsiasi altro oggetto caduto dallo spazio, forse lo scopriremo solo tra un po’ di giorni. Solo da poche ore, infatti, la prima notizia trapelata parla di un meteorite, ed è stato lo stesso capo del governo indiano Jayalalithaa Jayaram a diffonderla, anche se con tutte le variabili del caso. Si tratterebbe, infatti, del primo caso documentato di un terrestre colpito da un meteorite. Non che la caduta di un meteorite, per quanto di piccole dimensioni possa essere, sia un evento raro. Anzi, l’ultimo caso è recente e risale al 2013, quando a Čeljabinsk, in Russia, rimasero ferite migliaia di persone; tuttavia, è naturale iniziare a chiedersi quanto sia probabile che un sasso spaziale colpisca proprio un uomo.
A questo proposito, c’è addirittura chi ha pensato di fare un rapido calcolo (Alan Harris, astronomo). Non molto incoraggiante, d’altra parte, perché se così fosse V. Kamaraj avrebbe avuto la tragica sfortuna di essere quell’1 su 750 mila. Già, 1 su 750 mila è la probabilità di essere colpiti (e quindi uccisi) da un meteorite. Distinguiamo il calcolo in due casistiche più ampie:
- la prima è che a impattare la terra sia un meteorite grande, con un diametro simile a quello che causò l’estinzione dei dinosauri (circa 10 km), e che inevitabilmente porterebbe all’estinzione della stessa umanità. L’unico particolare è che è stimato che un meteorite di queste dimensioni cada una volta ogni 100 milioni di anni. Dividendo la lunghezza media della vita di un uomo (70 anni) per 100 milioni di anni si ottiene 0,0000007, che (attenzione) è pari a circa 1 su 1 milione e mezzo (0,0000006667);
- la seconda è chiaramente quella che ci preoccuperebbe un po’ di più, dal momento che contiene la possibilità che stavolta a impattare la superficie terrestre sia un meteorite di piccole dimensioni. Certo, questi cascano con frequenze molto più piccole che una volta ogni 100 milioni di anni, ma è pur vero che fanno decisamente meno male. Sarebbe pericoloso, ma non per forza mortale, trovarsi in prossimità della sua onda d’urto o che questa si generi in mare (causando uno tsunami); tuttavia, è alquanto improbabile che colpisca con precisione un essere umano. Ad esempio, prendiamo un meteorite mille volte più piccolo: esso cade con una probabilità 1000 volte più alta, ma uccide solo 1 millesimo delle persone. Dunque la probabilità di morire per causa sua sono identiche – sempre di 1 su 1 milione e mezzo.
Infine, sommando i due risultati (1/1.500.000 + 1/1.500.000) si ottiene il famigerato rapporto 1/750.000.
Quel che è avvenuto in India, ammesso o non ammesso che si tratti della caduta di un meteorite, è un fatto tragico e decisamente sfortunato. Nonostante il cratere di circa un metro e mezzo di profondità e quasi uno di diametro che si è formato nei pressi del campus a Vallore, alcuni esperti hanno ipotizzato che il misterioso oggetto che ha ucciso l’uomo potrebbe essere stato, invece, un residuo di un satellite.
Un caso simile risale al 1954, quando un meteorite ferì Ann Elizabeth Hodgens nella sua casa in Alabama. Un fatto documentato da foto e addirittura finito al museo, tuttavia così bizzarro che la versione ufficiale racconta di un grande ‘sasso’ che, oltrepassato il tetto di casa e rimbalzato contro una radio, abbia colpito al ventre la signora Hodgens causandole un grosso livido/ustione. Sì, sono passati anni e ancora non si capisce se si tratti dell’uno o dell’altra, ma che un meteorite possa non tanto sfiorarti l’addome quanto rimbalzare su una radio, insomma, sa tanto di bufala.
Fatto sta che cinquant’anni dopo qualcuno ha avuto una sfortuna peggiore.
Nicola Puca
Fonte immagine in evidenza: La Repubblica