Il 21 Marzo è finalmente riconosciuto dalla Repubblica come la Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che Libera – Associazioni, Nomi, Numeri contro le Mafie propone da anni con un evento nelle maggiori città italiane in nome della lotta alla criminalità organizzata. Ne parliamo con Riccardo Christian Falcone.

Riccardo Christian Falcone, attivista ed esponente del coordinamento provinciale salernitano di Libera ci ha gentilmente concesso un’intervista nella quale si è parlato del 21 Marzo, di legalità, della bellezza dell’ordinarietà nello svolgere semplicemente il proprio dovere sociale.

Riccardo, come nasce Libera? In quale contesto storico? E cosa si propone di fare?
R:”Libera ha una storia piuttosto antica. E’ nata il 25 marzo del 1995. L’Italia usciva da un periodo particolarmente delicato e complesso, gli inizi degli anni ’90, le grandi stragi di mafia. Falcone e Borsellino, ma anche gli attentati a Via dei Georgofili, via Palestro a Milano, il fallito attentato allo Stadio Olimpico di Roma. Una stagione di grande recrudescenza della violenza mafiosa che colpiva non solo i figli migliori di questa nazione, ovvero chi svolgendo semplicemente il suo dovere ha combattuto in prima linea contro la criminalità organizzata. Ma colpiva anche a caso, attuando quindi una vera e propria strategia del terrore. In quel momento c’è stata una reazione civile, soprattutto tra i giovani e soprattutto a Palermo. Ed è in questo clima di fermento, di grande mobilitazione civile, di rabbia e indignazione verso le stragi di mafia che nasce l’idea di Libera. E nasce su un piano di novità rispetto alle tante esperienze antimafia che c’erano state fino a quel momento. La grande intuizione di Libera è quella di voler costruire il primo grande network di associazioni antimafia. Un’associazione di associazioni, che nel tempo è diventata una grande rete che raccoglie oltre 1600 realtà associative, piccole e grandi, tutte molto diverse tra loro per storia, tradizione e cultura. Riunisce centinaia di scuole di ogni ordine e grado, numerosissime facoltà universitarie e migliaia e migliaia di singoli cittadini che hanno deciso da che parte stare. Tutti uniti dallo stesso scopo: costruire percorsi di cambiamento sui territori.
Da nord a Sud, da Aosta a Lampedusa.”

Si è scelto il 21 Marzo, il primo giorno di primavera, per ricordare le vittime che hanno ingiustamente subito il torto più grande. Qual è la storia del 21 Marzo e in che modo questa giornata riesce a rigenerare l’impegno sociale dei singoli cittadini?
R:”La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, viene “celebrata” per la prima volta a Roma in piazza del Campidoglio, il 21 Marzo del 1996 e da allora non ci siamo più fermati e abbiamo combattuto affinché questa giornata diventasse nazionale e quindi riconosciuta dalla Repubblica come tale. E ci incontriamo in un momento particolarmente importante e significativo, perché proprio qualche giorno fa è arrivata la notizia dell’approvazione di questo testo di legge, tra l’altro all’unanimità da parte della Camera dei deputati. Dentro questa giornata ci sono sostanzialmente due richiami: non esistono vittime di serie A e vittime di serie B, le vittime di mafia sono tutte uguali va salvaguardata e rinnovata la loro dignità a prescindere dalla loro professione. Né tanto meno bisogna definire le loro gesta atti di eroismo, significa porle su un piano di irragiungibilità. Pensare, invece, che sono persone come noi che hanno svolto semplicemente il proprio dovere ci riconduce tutti al piano della normalità del nostro impegno. Per questo motivo non abbiamo voluto legare il ricordo delle vittime innocenti alla data di un omicidio in modo particolare, ma abbiamo scelto un giorno: il 21 Marzo. Il primo giorno di primavera, simbolo di rinascita, per fare in modo che in questo giorno si potesse ricordarli tutti nel modo più semplice possibile chiamandoli per nome e cognome. Un altro aspetto importante da sottolineare è quello dell’indissolubilità di queste due parole: memoria e impegno. La memoria senza impegno è retorica. E può scadere nella propaganda, soprattutto quando il tutto si incentra sulla legalità, un termine pronunciato anche da chi non se lo potrebbe permettere. Al ricordo deve susseguire l’impegno nella concretezza della vita quotidiana, questo il modo migliore per rendere omaggio alle vittime innocenti della mafia.

Quest’anno, dopo il riconoscimento nazionale del 21 Marzo, come si svolgerà l’iniziativa nelle città italiane?
R:”Libera ha cambiato registro sul 21 Marzo, prima si sceglieva una sola città d’Italia nel quale svolgere l’iniziativa, da due anni stiamo provando a diffondere il più possibile questa assunzione di responsabilità rendendo capillare la lettura dei nomi delle vittime innocenti.
Ci sarà una manifestazione nazionale a Locri in Calabria, ma ci saranno tantissime iniziative regionali e oltre quattromila luoghi di lettura dei nomi delle vittime tra scuole, università e posti di lavoro. Qui in Campania, abbiamo scelto su forte invito dei familiari delle vittime innocenti la città di Napoli e in modo particolare il Parco Conocal a Ponticelli, una delle realtà più complicate della città dove giungeremo in massa per dire che neanche lì la camorra può pensare di vincere una volta per tutto. E, anzi, proprio da lì costruiremo percorsi di impegno e cambiamento per sottrarre i territori alla violenza mafiosa e per restituirli alla dignità delle persone che li vivono.

Giuseppe Luisi

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