Al Teaching Hub di Forlì, in occasione della conferenza dal titolo Le cinque prime volte dell’Europa del 2019, Enrico Letta ha parlato ai giovani: «Non tenetevi per voi il tesoro che avete dentro, è fondamentale per l’intera società e per l’intero Paese».
L’8 marzo, Il Punto Europa di Forlì ha inaugurato le celebrazioni per il suo ventesimo anniversario ospitando Enrico Letta al Teaching Hub del Campus.
In occasione della conferenza, l’ex premier ha preso spunto dal suo nuovo libro Ho imparato per parlare agli studenti delle novità che l’Unione Europea ha in parte fronteggiato e che fronteggerà nel corso del 2019. E non solo.
Letta, l’Europa e dei giovani in cerca di futuro
L’appuntamento di venerdì scorso è in realtà partito come un excursus sulla storia, recente e non, dell’Europa per arrivare a essere una vera e propria lezione motivazionale dedicata ai ragazzi di Forlì.
Un messaggio rassicurante da parte di Letta, che ha voluto sottolineare come nel momento storico di cambiamento che stiamo vivendo sia normale sentirsi intimoriti: «Non dobbiamo essere nostalgici, dobbiamo guardare al futuro. Il futuro è fatto di tantissime opportunità e cose positive che possono avvenire», ha detto.
In tal senso, ha ribadito più volte il professore, le spinte sovraniste e nazionaliste che stanno muovendo l’Italia e molti altri paesi dell’Unione devono diventare il motore che azioni la rivendicazione di un sentimento unitario europeo. Devono essere il motivo per cui diventa sempre più importante ribadire i valori europei e renderli resistenti davanti a chi cerca di distruggerli: dal punto in cui siamo, dobbiamo essere capaci di «far sì che l’Europa sia percepita dai cittadini come una dimensione utile alla propria stessa vita».
Un messaggio dalle sfumature ottimiste, ma che rimane comunque ancorato a una visione realista. Letta ha, infatti, descritto il futuro prossimo come un nuovo scontro di potere tra Stati Uniti e Cina sulla data protection. Uno scontro in cui l’Europa dovrà mostrarsi unita per evitare che ciascuno dei 28 Paesi ricada separatamente nell’orbita di una potenza o dell’altra, per difendere la sua storia e i suoi valori perché «oggi il rapporto dell’Europa con il mondo è la questione essenziale».
Parole che fanno riflettere e che ancora una volta chiedono alle nuove generazioni di capire e fare quello che chi è al potere in questo momento non è in grado di capire e fare. Ma quello di Letta, almeno, non è sembrato un discorso vacuo. È stato piuttosto la descrizione consapevole di un quadro reale.
Ai giovani spetta una Europa (e un mondo) su misura
L’ex-premier ha voluto sì chiedere ai giovani di partecipare alla politica interna ed europea, ma lo ha fatto riconoscendo la retorica della richiesta e la «zavorra» che le vecchie generazioni hanno lasciato alle nuove: «Dovete fare casino. Più casino fate e più avete ragione. Dovete farlo in modo intelligente e far rendere conto a tutte le generazioni che non si possono fare scelte politiche egoisticamente generazionali».
Riferimento critico piuttosto ovvio, quest’ultimo, all’approvazione di quota 100, che consente il pensionamento grazie a miliardi di euro generando un debito che sarà pagato, poi, dai giovani e dai futuri lavoratori.
A chi nel corso della conferenza gli ha chiesto che ruolo debba avere l’Unione Europea nella gestione delle politiche migratorie, Letta ha risposto chiedendo di distinguere i fallimenti delle Istituzioni europee dai fallimenti degli Stati europei: se i singoli Stati si rifiutano di gestire in modo centralizzato crisi come quella migratoria del 2015/2016, l’efficienza delle soluzioni possibili si riduce, e di questo ne abbiamo e ne stiamo avendo prova.
Resta il dubbio che la visione di un’Europa che superi le distinzioni geografiche e storiche tra Stati sembri essere, negli ultimi tempi più che mai, un sentimento romantico e poco realistico. Eppure il prof. ha voluto spingere il suo pubblico a pensare in maniera ottimistica, a trovare la bacchetta magica che possa far sentire qualsiasi cittadino dell’Unione effettivamente europeo, privandolo della necessità di scaricare le responsabilità sul «nemico francese o tedesco».
A tratti c’è chi la chiamerebbe un’utopia, ma l’Europa di domani descritta da Letta è quello di cui abbiamo bisogno.
Contro l’avanzata dei nazionalismi, diventa sempre più necessario ricostruire e riaffermare valori comuni che sappiano raccontarci chi siamo e non cosa ci distingue. Diventa sempre più necessario credere in un’Unione che abbiamo voluto e che ha sbagliato, ma in cui ancora ci riconosciamo.
L’ex premier ha parlato agli studenti consapevole di parlare a chi ha bisogno di sapere che i propri sforzi e sacrifici non sono vani, a chi ha bisogno di sentirsi dire che in un futuro non troppo lontano da oggi c’è un posto per lui o lei: «Voi avete una grande responsabilità, voi siete appassionati e siete competenti: dovete, nella società italiana, raccontare la verità su questi temi. E la verità è che l’Europa sbaglia e bisogna dire dove sbaglia. Bisogna dire che la dimensione europea è essenziale per il nostro futuro e non è uscendone che si risolve il problema. Vi invito a considerare la vostra responsabilità e soprattutto il valore aggiunto che voi rappresentate nella società italiana di oggi. Non tenetevi per voi il tesoro che avete dentro, è fondamentale per l’intera società e per l’intero paese».
Ludovica Grimaldi