La Fondazione PLART di Napoli omaggia Ugo Marano. In mostra  dal 29 maggio al 31 luglio le opere dell’artista, scomparso nel 2011, provenienti dalla collezione privata dell’artista, a cura di Marco di Capua.

Ugo Marano
Ugo Marano

Il PLART di Napoli rende omaggio a Ugo Marano, noto ceramista e mosaicista campano, scomparso il 15 ottobre 2011 a 68 anni. Saranno in mostra fino al 31 luglio diverse opere dell’artista, provenienti dalla sua collezione privata , a cura di Marco di Capua. Ceramiche, legni, metalli, tessere musive  e due video inediti: uno del videomaker Pasquale Napolitano e l’altro realizzato da Lino Fiorito, poco dopo la scomparsa dell’artista. Un corpus di opere che  ripercorre l’ iter e la sensibilità di un uomo artista che ha segnato un passaggio nel panorama artistico odierno. Negli spazi della Fondazione ,attraverso l’allestimento curato dall’architetto Enzo Tenore, si cercherà di restituisce al visitatore l’abc dell’artista, fatto di frammenti esistenziali e di storie vissute, che come piccole tessere di un mosaico  si legano e si assommano dando vita ad un linguaggio originale; un connubio perfetto tra arte, architettura e design. Vasi di grande formato, piatti con iscrizioni che sottolineano l’aspirazione di Ugo Marano ad indagare gli oggetti come veicoli narrativi, capaci di restituire le complessità dei valori storici, sociali, etici e politici, in un dialogo costante con l’ambiente privato in cui vivono o rivivono. In apparenza  oggetti fragili che però esaltano l’abilità manuale del ceramista, che nel tempo e nello spazio restituisce la propria originalità artistica. Ugo Marano credeva fermamente in un nuovo umanesimo, ecco perché realizzava manufatti capaci di custodire segreti, quelli che ognuno di noi si porta dentro. Arte e antropologia, l’uomo in rapporto alla natura e al mondo, sono tutti i mezzi comunicativi adottati dall’artista, secondo un meccanismo che passa dall’esteriorità dell’oggetto all’interiorità dello stesso.

Ugo Marano così ha descritto  l’essenza dell’arte del ceramista, in questa bella poesia:

“La ceramica è stata la vera madre tollerante dell’uomo.
L’ha accompagnato nei suoi gesti importanti, d’avanguardia amica…..
Ha plasmato mattoni per case forti, modellato coppi e tegole per assicurarci sonni tranquilli, pavimentato con allegria la terra di casa…..
Dei coniugi etruschi di terracotta cosa dire? Cosa dire del cripto esercito cinese per secoli padrone dei silenzi?
Alla luce del mondo nuovo, cosa dire o non dire?
Solo il ceramista sa.
Ceramista solo conosce
Ugo Marano
Per una breve biografia: Ugo Marano , nasce nel 1943  a Cetara, nella Costiera Amalfitana. Ultimati gli studi all’Accademia del Mosaico di Roma e all’Accademia del Nudo di Ravenna, nel 1964 collabora alla scenografia del film di Mario Chiari “Caso di pazzia” mentre dal 1966 al 1972 lavora con i ceramisti di Vietri sul Mare. È negli anni ’70  che comincia ad esporre come artista tra a Roma e Caserta, partecipando a numerosi concorsi nazionali. Il suo Progetto Museo Vivo è del biennio 1972-73 invece nel  1976 è presente anche alla 38° Biennale di Venezia”. Tra le sue ultime mostre ricordiamo la personale “Sette vasi per la casa sacra”al  MIAAO di Torino, nel marzo del 2006. Tra le tante opere disseminate in  in Italia ed in Campania, vorrei ricordare anche il contributo artistico di Ugo Marano, per la stazione Salvator Rosa,della Linea 1, della metropolitana di Napoli. 

 

Per un rimando completo alle opere dell’artistahttp:// www.utopicart.co.uk/it/ugo-marano/
Rossella Mercurio

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