Francesca Fornario è stata allontanata e censurata dai palinsesti Rai per aver adottato la satira nei confronti della politica. La società televisiva ha esplicitamente chiesto alla giornalista di evitare di fare battute sul premier Matteo Renzi nel suo programma “Mamma non Mamma” che va in onda su Radio Due.
Ieri nei pressi di viale Mazzini a Roma, luogo in cui è situata la sede della Rai, i licenziati Fiat di Pomigliano si sono recati per offrire solidarietà alla giornalista. Nel 2014 i cinque operai sono stati destituiti per aver osato contestare l’azienda depositando, durante le ore di lavoro, un manichino di Marchionne che si impicca davanti ai cancelli della fabbrica.
Il finto suicidio del dirigente è stato inscenato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione all’interno dello stabilimento. Numerosi sono i licenziati e gli operai che decidono di mettere fine alla propria vita. L’ultima triste vicenda ha visto protagonista Maria Barbato, 47 anni, che si è uccisa con tre coltellate al petto lasciando scritto: «Non si può vivere sul ciglio del burrone dei licenziamenti»
La Fornaio in un articolo del Manifesto racconta l’incontro con i licenziati Fiat: <<Mi precipito a viale Mazzini e li trovo lì, stupiti del mio stupore. Stupiti di vedermi quanto me di vederli. “Ragazzi, ma siete matti? La mia è la guerra del burro, la vostra la guerra vera!” Mi spiegano che è la stessa guerra e che anche loro hanno perso il posto per aver osato criticare l’azienda danneggiando l’immagine.>>
A loro volta gli operai hanno risposto alla giornalista: << Noi siamo stati licenziati per aver esposto davanti ai cancelli della fabbrica un manichino di Marchionne che, in preda ai sensi di colpa, si impicca, come avevano fatto tre di noi. Lasciando una lettera in cui chiede che i 316 operai deportati a Nola tornino a Pomigliano, dove ci sono interi reparti vuoti. La satira è l’unico linguaggio che riesce ad arrivare a chi è fuori dalla fabbrica. Le cariche le subiamo, ma le prendiamo e basta.>>
Maria Baldares