I jihadisti dello Stato islamico continuano a mietere vittime. Ieri in un villaggio a nord di Baghdad un cameraman iracheno della TV locale “Sama Salaheddin” è stato giustiziato insieme al fratello e ad altre due persone a colpi d’arma da fuoco.
Lo hanno riferito i parenti del cameraman, un uomo di 37 anni il cui nome era Raad al-Azzawi. Secondo Reporters sans frontières (RSF) l’uomo, padre di tre figli, sarebbe stato rapito dal gruppo jihadista lo scorso sette Settembre. Un membro della sua famiglia ha riferito che “sono venuti a casa e hanno preso lui ed il fratello” e poi ha aggiunto: “Non aveva fatto nulla di sbagliato: la sua unica colpa era quella di essere un cameraman che stava semplicemente facendo il suo lavoro. Qualcuno nel villaggio lo ha accusato di lavorare per il governo, denunciandolo ai jihadisti“. In un comunicato di RSF si legge che il mese scorso i militanti dello Stato Islamico avevano minacciato di uccidere il cameraman perchè questo si era rifiutato di unirsi alla loro causa.
Alcune fonti, tra cui quelle della sicurezza irachena, hanno riferito che altre persone sarebbero state uccise nel nord del paese perché sospettate di avere legami con gruppi sunniti anti ISIS.

Nel frattempo in Egitto il portavoce dell’esercito egiziano ha annunciato su Facebook la morte del leader di Ansar beit al Maqdis, un’organizzazione terroristica del Sinai, avvenuta durante un blitz a sud di Rafah, vicino la striscia di Gaza. Durante l’attacco sono morti circa 30 terroristi tra i quali il fratello di uno dei fondatori del gruppo jihadista.
Secondo alcune fonti attualmente il gruppo, ora privo del proprio leader, si sarebbe diviso.
Ansar beit al Maqdis è uno dei gruppi islamici che da qualche mese si è unito alla causa dello Stato islamico ed ha dimostrato la sua vicinanza al califfato pubblicando video di decapitazioni e minacciando appartenenti a fedi diverse.

Bruno Formicola

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