Alla fine saranno comuni e Regioni a soffrire di più della Spending review. I numeri sono stati argomento di discussione della telefonata, svoltasi in mattinata, fra il Premier Matteo Renzi ed il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, quest’ultimo in missione negli USA.
E mentre per i ministeri è ancora in fase di definizione il taglio di circa 3 miliardi di euro, è sugli Enti Locali che si abbatte maggiormente la falce, con almeno 4 miliardi di tagli, che potrebbero anche non bastare visto che il Governo ha fissato l’asticella dei tagli totali a quota 10 miliardi.
Informati della cosa sono stati il Presidente della Conferenza Regioni, Sergio Chiamparino, ed il Presidente dell’Anci Piero Fassino, ai quali è stata prospettata, come controparte per i sacrifici da fare per la Spending Review, un alleggerimento del Patto di Stabilità interno, finanziato in legge di stabilità con almeno un miliardo e mezzo di euro. Renzi, intervenuto a Medolla, in Emilia Romagna, ha dichiarato:“Ridurremo in modo significativo il patto di stabilita. Se riusciremo ad eliminarlo, daremo il 75% in più di risorse”.
La ridefinizione della tassazione immobiliare, con il superamento dell’accoppiata Imu-Tasi, è altro argomento di discussione, essendo questa una partita che interessa molto i comuni. Si pensa all’accorpamento in un’unica imposta, con una diversa ripartizione delle Risorse fra Stato ed Enti Locali. Ripartizione che potrebbe far confluire il gettito dell’addizionale Comunale direttamente nelle casse pubbliche, destinando gli interi incassi della futura nuova tassa nei bilanci comunali. “Ci sarà un principio di fondo: il Comune ha un’unica tassa, chiara, come c’è in tutto il mondo” ha detto Renzi.
Il ministro dell’economia ha voluto calmare gli animi sulle voci di una possibile trattativa in corso con Bruxelles, con la Commissione impegnata a convincere il Governo a correggere la manovra spingendo al massimo la leva del deficit sotto il 3%, rinviando al 2017 il pareggio di bilancio strutturale, evitando così di doverla bocciare una volta presentata la manovra stessa. Il ministro ha escluso ogni possibilità di rigetto, ribadendo che l’Italia non è un paese ad alto deficit, e che riguardo al deficit strutturale, il ministro ha detto che “Migliorerà nel 2015 ed ancora di più nel 2016 e 2017. Stiamo utilizzando la flessibilità che è già a disposizione, e stiamo facendo riforme ambiziose in un contesto recessivo.”
Pier Gaetano Fulco