L’omeopatia è una pseudoscienza non riconosciuta dalla comunità scientifica, ciononostante è molto conosciuta e praticata al mondo. Scopriamo in cosa consiste.
Spesso si sente parlare di omeopatia, quella che tra le tante è senza dubbio la più nota alternativa alla medicina tradizionale.
Contrariamente alla medicina tradizionale che si basa su un approccio di tipo allopatico, dunque ” distante dalla sofferenza “, l’omeopatia traendo etimologicamente anch’essa origine dal greco ” omòios” (simile) e “pathos” ( sofferenza), ne possiede alla base un senso del tutto opposto, infatti l’omeopatia ha come presupposto quello di curare il sintomo del malato tramite un farmaco omeopatico, che somministrato in un individuo sano provoca gli stessi sintomi che si vogliono curare in un individuo malato.
Samuel Hahnemann è il fondatore di tale ” medicina alternativa ” creata verso la fine del XVIII secolo.
Il dottor Hahnemann, pur essendosi laureato in Germania nel 1779 seguendo un normale percorso di studi, ha idee piuttosto divergenti dal resto del mondo medico riguardo al metodo di cura dei pazienti e queste idee sono giunte fino ad oggi creando l’omeopatia.
All’apice è situato il principio olistico secondo il quale corpo e mente sono da considerare come unica e sola entità. L’omeopata deve quindi non solo tenere in considerazione quelli che sono i sintomi fisici del paziente, ma anche quelli psichici che variano da soggetto a soggetto. L’omeopatia considera fondamentale al fine della completa guarigione la personalità dell’individuo, dunque il malato che si cura con i rimedi omeopatici deve diventare resistente alla lotta e sviluppare il suo potenziale di autoguarigione.
Il principio fondamentale dell’omeopatia, creato da Samuel e utilizzato ancora oggi è quello della POTENZA.
La Potenza si suddivide in due fasi: diluizione e dinamizzazione. Lo scopo è quello di diluire la preparazione iniziale del farmaco omeopatico chiamata tintura madre (TM) con diluizioni 1 a 100 (potenze centesimali o potenze C o anche CH) o diluizioni 1 a 10 (potenze decimali o potenze D o anche DH), per poi mescolarle fortemente e quindi ” dinamizzarle “. In tal modo la soluzione ottenuta presenta al massimo una sola molecola della tintura madre stando al numero di Avogadro, che è uguale a circa 10^24 molecole/mole (6,02214179(30) 10^23 mol −1), la quale risulterebbe essere di grande effetto grazie alle capacità ” mnemoniche ” dell’acqua usata per le diluizioni.
Tale principio non ha alcuna dimostrazione scientifica, e questo risulta essere il motivo principale per cui l’omeopatia è considerata una pseudoscienza. Molti sono gli episodi in cui l’attendibilità di questa pratica medica non convenzionale è stata duramente criticata. Tra gli avvenimenti più eclatanti ricordiamo il caso di Piero Angela, conduttore televisivo accusato di diffamazione per aver considerato l’omeopatia:
[…] Una cosa non seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive.
Il caso si è concluso il 13 marzo del 2013 quando il tribunale di Catania ha assolto il giornalista.
Altro episodio che ha fortemente messo in discussione il principio scientifico dell’omeopatia risulta essere l’ audizione presso il parlamento britannico di Kate Chatfield, rappresentante della British Homeopathic Association, che ha ammesso:
Non esiste alcun modo per distinguere tra di loro due prodotti omeopatici una volta diluiti ad eccezione dell’etichetta della confezione.
A rigor di logica tutti i farmaci analizzati e osservati in laboratorio, non appaiono altro che semplici miscugli di acqua e saccarosio.
Per concludere l’omeopatia non è riconosciuta come vera scienza, ciononostante sono molte le persone che si affidano a lei, probabilmente andando incontro a molti rischi.
Giovanni Emendato.