Ieri notte a Trentola Ducenta, provincia di Caserta, il blitz coordinato dalla Dda: ben 24 le persone arrestate, e per 4 sono state previste misure restrittive; una di queste è l’ex sindaco del comune protagonista del fatto, Nicola Pagano.

Associazione a delinquere di stampo camorristico, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, estorsione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio, truffa e turbata libertà degli incanti, sono i reati di cui sono accusati i 28, più il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, attualmente ricercato dalle forze dell’ordine perché clamorosamente fuggito.

Da una parte affiliati del clan Zagaria, dall’altra i due politici, imprenditori della zona e figure dell’amministrazione pubblica (per non farsi mancare nulla, ndr).


Le indagini della Dda, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, insieme con i pm Maresca, Ardituro, Curcio, D’Alessio e Giordano e  grazie alle “soffiate” di alcuni pentiti, ora collaboratori di giustizia, hanno svelato le attività camorriste dei suddetti intenti a smaltire il denaro acquisito con attività illecite in attività lecite (come da manuale).

Al centro della questione è il centro commerciale Jambo, che è stato sequestrato.

Il Jambo, situato a Trentola Ducenta, è riconducibile al clan dei Casalesi: il boss Michele Zagaria era socio occulto e tale Alessandro Falco figura come proprietario. Inoltre,  Zagaria è riuscito ad ottenere una serie di appalti per l’ampliamento della struttura; ma per ogni licenza edilizia ottenuta nessuno ha mai versato gli oneri di costruzione (pari al 5%  sulle nuove opere), e, fatto ancor più grave, dall’amministrazione nessuno è mai giunto a reclamare questi contributi.  Fino a metà degli anni ’90 il centro commerciale valeva poco più di un milione, oggi ha un valore di oltre 60 milioni.  Inoltre è lo stesso clan dei Casalesi che si occupa della costruzione (senza rispettare neanche i minimi parametri di sicurezza) dello svincolo sulla strada statale detta ‘dei Ponti della Valle’, che parte da Benevento e arriva a Caserta; questa, casualmente, porta “dritti dritti” al centro commerciale.

Ieri notte il blitz del carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) che ha sferrato un duro colpo all’economia del clan dei Casalesi e agli intrecci fra camorra e colletti bianchi. Il gip scrive nell’ordinanza: “I politici esercitavano le loro funzioni pubbliche in modo da soddisfare, specie nel settore delle licenze edilizie e degli applati, le richieste provenienti da Zagaria. In cambio il clan li sosteneva al momento delle elezioni”.  I due politici in questione vengono considerati non solo “fiancheggiatori” degli illeciti commessi dal clan (svolti estromettendo il consiglio comunale), ma “istigatori della condotta criminosa”, avendo contatti diretti con gli affiliati del clan e con Michele Zagaria stesso. 

Nonostante il centro commerciale Jambo sia il fulcro delle attività illecite dei casalesi, il potere di questi si espande in diverse attività, commerciali e non, nel paese di Trentola Ducenta. Una fra tante la questione del McDonald’s. Questo (l’intera struttura con tanto di dipendenti e clienti) era posto a 80 metri di distanza rispetto al luogo indicato in tutti gli atti. Così è stato per 11 lunghi anni, durante i quali nessuno ha mai denunciato la questione.

O ancora, la gestione delle opere di ampliamento del cimitero sempre “affidate” al clan di Zagaria; ma d’altra parte gli illeciti sui defunti sono frequenti in Campania (per questo nasce la simbolica “Cappella della legalità” nel cimitero di Poggioreale). 

Ancora la solita routine degli intrecci Mafia – Stato, che continuano a scambiarsi favori per incrementare i propri interessi. Persiste dopo secoli la stessa questione irrisolta: “Ma lo Stato non è quella cosa che dovrebbe difendere e liberare i cittadini dalla camorra?”.  “Aiutati che Dio ti aiuta!” si dice a Napoli. 

Lucia Ciruzzi

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