L’Articolo 92 della Costituzione disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri“.

Come si arriva alla nomina?

C’è una prassi istituzionale ben chiara, una fase di consultazioni che il Presidente della Repubblica svolge, per individuare il potenziale Presidente del Consiglio in grado di formare un governo che possa ottenere la fiducia della maggioranza del Parlamento. Questo meccanismo si ripete ogni volta che, all’interno di una legislatura, si determini una crisi di governo per il venir meno della Fiducia del Parlamento o per le dimissioni di un Presidente del Consiglio. Quindi, il procedimento istituzionale è rispettato dopo gli incarichi a Letta, Renzi e, oggi, a Gentiloni? Certo che sì.

La questione del Presidente del Consiglio non eletto

Preso atto che la prassi istituzionale è disciplinata dall’articolo 92 della Costituzione, alcune forze politiche ripetono vistosamente che sia Letta, Renzi e Gentiloni sono “Premier non eletti”. Da dove proviene questa frase? Si tratta di un retaggio culturale che gli italiani si portano dietro dopo il ventennio berlusconiano. Quando qualcuno ripeteva di non “temere Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me”, forse, pensava a quanti danni il pensiero berlusconiano avrebbe portato alla democrazia italiana. All’epoca, il PDL, attraverso anche le parole di molti suoi esponenti, spiegava agli italiani che si poteva scegliere direttamente il Premier.

Dov’è la fregatura?

Tutto nasce a causa della legge elettorale “Porcellum” che, insieme a dichiarazioni strumentali, fece passare questa idea malsana. L’articolo 5 della Legge Calderoli stabilisce che con il simbolo della lista elettorale “i partiti o i gruppi politici organizzati che si candidano a governare depositano anche il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognme della persona da loro indicata come capo della forza politica. I partiti o i gruppi politici organizzati tra loro collegati in coalizione che si candidano a governare depositano un unico programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come unico capo della coalizione”. Nella legge “Porcellum” si parla di capo della coalizione, non di Premier eletto. Ma, a Silvio Berlusconi ed ai suoi, questo interessava ben poco, visto che ancora oggi, in maniera strumentale va ripetendo di essere stato “l’ultimo Premier eletto dal popolo”.

Perché l’obiettivo di Silvio Berlusconi era modificare, con una legge elettorale, il senso istituzionale del Presidente del Consiglio, costruendo le basi per cambiare la Costituzione in senso Presidenziale. Bisogna, appunto, chiarire che, con il Porcellum, nonostante ci fosse la necessità di indicare il leader della coalizione che avrebbe portato la campagna elettorale avanti, prendendosi la responsabilità politica di una vittoria o di una sconfitta, sarebbe comunque stato il Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio e non il popolo.

Per approfondire la lettura e conoscere la tutta la prassi

1 commento

  1. Una domanda ma la maggioranza presente in parlamento è l’espressione del popolo?? su quali basi e sopratutto su quale programma politico??

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