NAPOLI – Antonio Bassolino, sindaco di Napoli nel 1993 e presidente di Regione nel 2005 , affronta una serie di processi in seguito all’incarico di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, ricoperto dal 2000 al 2004. L’ex governatore è stato condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di 8 milioni di euro per danni all’erario.
Bassolino, in qualità di commissario straordinario, non avrebbe rispettato il contratto stipulato nel 2002 tra Ministeri dell’Ambiente e del Lavoro e la ditta Jacorossi.
Una serie di inadempienze che sono costate care a due subcommissari e a Bassolino che a Il Mattino ha dichiarato: «Si tratta di un accordo sottoscritto con i ministeri del Lavoro e dell’Ambiente per l’utilizzazione di Lsu, poi non adeguatamente impiegati, secondo la Corte, per la mancata apertura di discariche. Tutti sanno che ho cercato in tutti i modi di aprirle, contro mille resistenze di tutti i tipi. Anche in questo caso non ho commesso nulla di illecito, come ha già sancito il giudice penale, e i miei avvocati presenteranno subito appello».
Il contratto in questione prevedeva la rimozione, da parte della società Jacorossi, di ben 350 mila tonnellate di rifiuti tossici da 80 comuni campani, in particolar modo dal litorale domizio-flegreo e dall’agro-aversano, otre all’utilizzo di lavoratori socialmente utili per un piano di bonifiche. Per ora la condanna pende su Bassolino e i subcommissari Vanoli e Cesarano mentre sono state assolti gli ex assessori della prima giunta Bassolino: Nicolais, Cascetta, Di Lello, Buffardi, Aita, Valiante, Tufano, Alois, Incostante e Anzalone. Possono dirsi tranquilli anche il ministro dell’Ambiente Willer Bordon e il sindacalista Cisl Raffaele Morese, al tempo dei fatti sottosegretario al Lavoro, assolti dall’accusa. Come dichiarato dall’ex governatore Bassolino, la questione non si conclude qui. Giungerà in appello e si vedrà se la condanna verrà confermata o meno.
Agnese Cavallo