La paura dopo gli attentati contro la sede di Charlie Hebdo si fa sentire anche in Italia. Infatti è il capo della DIGOS di Roma, Diego Parente, ad avvertire l’opinione pubblica: “In questi giorni il Questore ha rivisto e potenziato tutte le misure di sicurezza che comunque avevamo già aumentato nella città”, anche se ancora “non c’è traccia di un allarme specifico contro il Vaticano, resta comunque un’allerta massima”.

Ma se le forze di polizia mirano a tenere alta la tensione e attenti soprattutto gli occhi, a rassicurare l’Italia sull’eventualità di nuovi attacchi che colpiscano la capitale ci pensa il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, per il quale non vi sarebbe nessuna minaccia terroristica nei confronti dell’Italia e del Vaticano”. Il capo del Viminale cita direttamente il Califfato che nei giorni scorsi aveva tirato in ballo proprio la Santa Sede (“la bandiera nera -continua il ministro- sulla Cupola di San Pietro non è un segno difficile da interpretare”), ma si dice tranquillo in quanto “risulta infondata l’informazione, riportata da alcuni organi di stampa, relativa a un possibile attacco. In ogni caso non sottovalutiamo nessuna ipotesi, neanche quella più apparentemente labile, e nessun indizio”.

Alfano poi ha voluto sottolineare l’impegno massimo dei “nostri più abili esperti di intelligence, i nostri uomini di eccellenza delle forze dell’ordine insieme dentro al Comitato di analisi strategica antiterrorismo con il compito di valutare ogni segnale e ogni indizio”, essendo comunque “in contatto con le autorità di sicurezza degli altri Paesi europei e in un rapporto di cooperazione forte con gli Stati Uniti, perché la chiave della prevenzione è nella circolazione delle informazioni tra le forze di polizia”.

Gli fa eco anche il Vaticano attraverso le parole del portavoce padre Federico Lombardi: “Non è vero che la Santa Sede abbia ricevuto segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi. Si conservano i normali e opportuni contatti fra servizi di sicurezza”. Anche per Lombardinon è quindi il caso di alimentare preoccupazioni non motivate, che possono inutilmente turbare il clima di vita e di lavoro, e ciò anche nell’interesse dei tanti pellegrini e turisti che quotidianamente frequentano il Vaticano”.

Intanto però a Roma in queste ore si rafforzano le misure di sicurezza a difesa del Ghetto e della scuola ebraica, assunto confermato dallo stesso capo della DIGOS Diego Parente: “I servizi sono stati rimodulati e potenziati davanti a tutti gli obiettivi sensibili”.

Smentite e mezze parole che danno comunque il senso di una tensione crescente in tutto il continente europeo e che sanno anche di avvertimento per la possibile presenza di terroristi pronti a nuovi attacchi.

 Giancarlo Manzi

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