Una porta chiusa ai bambini al PAN di Napoli: Nati per leggere pone fine al suo operare, a dimostrazione che la cultura è sempre più appesa ad un filo e che, quasi sempre, il filo viene reciso.

La giunta De Magistris informa — attraverso le parole dell’assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele — della necessità di inserire gli spazi ospitanti la biblioteca in un bando che coinvolge altre realtà cittadine.

Nati per leggere, attivo in più di 2000 comuni italiani, a Napoli nasce il 5 ottobre 2012, grazie alla cooperazione  dell’ACP e dell’AIB, rispettivamente Associazione Pediatri Italiani e Associazione Italiana Biblioteche, allo scopo di promuovere la lettura di relazione.

Il progetto, infatti, si rivolge non solo ai bambini di età prescolare, ma anche e soprattutto ai genitori, che fruiscono degli spazi dedicati all’attività di lettura al fine di far conoscere ai propri figli le storie contenute in tanti, tantissimi libri. Studi dimostrano che tale pratica, oltre che stimolare la fantasia, agisce sull’attività cognitiva dei bambini, consentendo loro di acquisire una maggiore e più precoce comprensione del linguaggio, nonché una più accurata capacità di lettura.

bambini

I libri che, a Napoli, Nati per leggere aveva offerto gratuitamente al pubblico — aggregando alla raccolta dei testi della biblioteca vagabonda “Pasquale Causa” quelli pervenuti grazie alla collaborazione di editori volontari — contava ben 900 esemplari, tra i quali anche una sezione di opere in lingua inglese, francese e spagnola. I testi erano ovviamente organizzati per categorie, così da rispondere alle esigenze dei bambini, in base al momento della loro crescita, da 0 a 6 anni.

Ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo“.

Questo il monito che campeggia sulla pagina web di Nati per leggere, e che ricorda la necessità di cure riguardanti non solo lo stato fisico dei bambini, ma anche quello psicologico e relazionale. Uniti nella consapevolezza di tutto ciò troviamo, dunque, pediatri e letterati, i quali marcano empiricamente il legame, tanto invisibile quanto inscindibile, tra arte e medicina. Gianni Rodari, da cui abbiamo ereditato le pagine più belle della letteratura per l’infanzia, così diceva:

Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo (La freccia azzurra, 1964).

La certezza dell’importanza, a Napoli, di uno spazio di storie come quello di Nati per leggere amplifica il vuoto apportato dalla decisione dell’amministrazione comunale. L’assessore Daniele ha, però, dichiarato che sono in cantiere molteplici diverse attività finalizzate ugualmente alla sensibilizzazione alla lettura e alla socializzazione per i bambini ed i ragazzi, peraltro proprio al PAN.

Come apprendiamo dal sito di La Repubblica il bando “Pan Kids”, emanato il 20 gennaio e scaduto il 6 febbraio, muove dalla volontà di “creare una rete cittadina per contrastare l’esclusione sociale e la povertà educativa e dedicare più sale al terzo piano del PAN per le attività dell’infanzia e forse parte del loft per laboratori di fotografia, musica, teatro, arti figurative”. Tiziana Cristiani, referente regionale di “Nati per leggere”, contesta le modalità di gestione ed emanazione del bando, che non è stato accompagnato — a suo dire — da puntuali informazioni, e che rivolgendosi ad enti e associazioni, non era usufruibile da “Nati per leggere” che si definisce programma nazionale.

Dunque ciò che sembra sia venuto definitivamente a mancare è la sintonia tra i responsabili di Nati per leggere ed il comune di Napoli, sicché, come ha affermato T. Cristiani, il progetto di pediatri e bibliotecari si impegnerà a trovare un nuovo luogo in cui poter far risuonare le storie dei suoi tanti libri.

Paola Guadagno

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