Ridere rende liberi. Comici nei campi nazisti “: il libro di Antonella Ottai, edito da Quodlibet,  sarà presentato giovedì 13 aprile alle 16.30 presso la sede della Fondazione Valenzi al Maschio Angioino.

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Un evento che pone l’accento su un aspetto poco noto della Shoah, l’incontro drammatico tra tragedia e commedia, l’esibizione di un’arte che consapevole si avvia al silenzio della morte conservando il sorriso sulle labbra.

La presentazione si svolgerà presso la Fondazione Valenzi, istituzione internazionale dedicata a Maurizio Valenzi, ex parlamentare italiano, nonché sindaco di Napoli dal 1975 al 1983. Alla presenza dell’autrice, interverranno Antonia Laezza, docente di letteratura italiana, e Giulio Baffi, critico teatrale, mentre Bruno Maccallini leggerà alcuni passi del libro e reciterà alcuni sketch.

“Ridere rende liberi” si apre sulla scena del panorama artistico di una Berlino degli anni Trenta, alle soglie della follia nazista. E ci racconta la comicità dei cabarettisti ebrei che, strappati alla loro realtà, continuarono ad esibirsi nei campi di sterminio per le Schutz-staffeln tedesche, difendendo con il sorriso l’ultimo pezzo di vita ancora in loro possesso. E sebbene sia noto che i campi di concentramento furono anche luoghi in cui si scriveva, si componeva musica, riesce difficile pensare che essi potessero far posto anche alla comicità.

Nella stesura di questo libro, Antonella Ottai, docente presso il Dipartimento di Storia dell’arte e dello Spettacolo della Sapienza di Roma, è partita dall’indagine sulle sorti di alcuni comici, considerati autori della grandezza del genere cabarettistico al sorgere degli anni Trenta, soprattutto a Berlino. Si trattava in gran parte di comici ebrei, autori di una forma di umorismo di matrice squisitamente ebraica,  la cui carriera fu stroncata dalla conquista del potere da parte di Hitler e dall’avvento dell’antisemitismo.

Dapprima costretti a rinunciare ad esibirsi sui palcoscenici, i comici ebrei vedono la loro incontenibile arte costretta ad adattarsi a situazioni sempre più ardue. E sarà proprio il drammatico sfondo del genocidio a dar prova della potenza del riso. Riuscire a portare la comicità nel cuore della più grande tragedia mai inflitta al genere umano dal genere umano stesso, è questa l’eroica impresa di uomini comuni, «stelle di prima grandezza che di grande non hanno più che la stella gialla, cucita ben in evidenza sul loro petto». 

“Ridere rende liberi. Comici nei campi nazisti” è un libro a metà tra un saggio e un’indagine psicologica, che registra la decadenza di una Germania travolta dalla follia del nazismo. In questa parentesi (fortunatamente) incancellabile della storia, in cui l’umanità sembra disintegrarsi per far posto alla più crudele bestialità, Antonella Ottai ricorda il coraggio di uomini che, dinanzi ai loro aguzzini, continuarono a difendere il proprio motto. È il sorriso a nobilitare l’uomo, non il lavoro.

Sonia Zeno

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