Sonic Highways, “autostrade soniche”. Il nome dell’album già ci dice tutto del suo contenuto: un’entusiasmante itinerario musicale in giro per gli Stati Uniti alla ricerca di nuove esperienze, mantenendo tuttavia l’inconfondibile sound dei Foo Fighters.

– Something From Nothing

Città: Chicago

Ospite: Rick Nielsen

Tipico climax foofighteriano, che parte lentamente per esplodere nel finale, è di sicuro il pezzo più commerciale dell’album. Il brano si ispira alla storia del bluesman Buddy Guy, che lasciò il suo piccolo villaggio per recarsi a Chicago, dove iniziò la sua brillante carriera. Una metafora di come si può diventare qualcuno partendo dal nulla, “Something from nothing” appunto.

 

It started with a spark

And burned into the dark

Now here I go…

 

– The Feast and the Famine           

Città: Washington D.C.

Ospite: Bad Brains

Uno dei brani più energici del disco, dalle forti sonorità hardcore punk dei Bad Brains, è stato registrata in quella che Dave Grohl considera come la città che lo ha influenzato di più dal punto di vista musicale. Nel testo si fanno chiari riferimenti alle rivolte che si tennero a Washington nel 1968 dopo l’assassinio di Martin Luther King.

I Bad Brains
I Bad Brains

 

 “Hey, where is the monument?

To the dreams we forget?

We need a monument

And change will come

 

– Congregation

Città: Nashville

Ospite: Zac Brown

Altra canzone in tipico stile foofighteriano, un tributo alla scena musicale country di Nashville.

 

 “And they’re singing like a bluebird in the round

There’s mystery in this wood
And ghosts within these roots
That are tangled deep beneath this southern ground”

 

– What Did I Do?/God As My Witness

Città: Austin

Ospite: Gary Clark jr.

Pezzo dalla carica impressionante, il cui riff nella seconda parte (God As My Witness) ricorda All You Need Is Love dei Beatles, vede la partecipazione del chitarrista texano Gary Clark jr., il quale ci delizia con assoli che spaziano dal blues all’hard rock.

Gary Clark jr.
Gary Clark jr.

 

“Stop, ask myself what did I do?

What did I do to deserve you?”

 

 

 

 

– Outside

Città: Los Angeles

Ospite: Joe Walsh

Il basso di Nate Mendel e la chitarra di Joe Walsh dominano incontrastati nella struggente Outside.

 

 “There’s a long straight road, out of the cold

And we can live it all behind

I wanna get outside, baby, let’s go outside

I wanna get outside, outside of me”

 

 – In The Clear

Città: New Orleans

Ospite: Preservation Hall Jazz Band

Dopo un carrellata di pezzi belli forti, i toni si addolciscono con l’armoniosa In The Clear, che ci introduce alla parte finale dell’album.

 

 “There are days I might not make it

There are days I might start breakin’

When the rains starts coming down as heavy as the hair

You can find me dancing with the spear”

 

– Subterranean

Città: Seattle

Ospite: Ben Gibbard

Registrata a Seattle, molti si aspettavano un pezzo grunge in memoria dei vecchi tempi. Invece Subterranean è una lunga e malinconica ballata, che riflette sulla delusione di un uomo dopo la fine di una relazione. E, ovviamente, la prima persona che ci viene in mente non può che essere il compianto Kurt Cobain.

Ben Gibbard, frontman dei Death Cab For Cutie
Ben Gibbard, frontman dei Death Cab For Cutie

“Buried my heart, cannot go this alone

And I might think you love me

But I know damn well you don’t

Oh no, you don’t”

 

 

– I Am A River

Città: New York

Ospite: Tony Visconti

Il disco si conclude con I Am A River, già considerato da molti fan un vero e proprio capolavoro: un tripudio di emozioni, cantate da Grohl in un’atmosfera al contempo psichedelica e celestiale.

 

 “A river

Is that what you want?

Is that what you really want?

I…I…I am a river”

 

CONSIDERAZIONI – Sonic Highways ha rispettato dunque le premesse, rivelandosi un album innovativo nella forma ma che nel contenuto non si discosta poi tanto dai tratti tipici dei Foo Fighters. Dopo l’incoronazione nel 2011 di Wasting Light come l’album più completo e maturo, la band ha confermato per l’ennesima volta la propria fama internazionale producendo un disco di buonissimo livello e con un concetto molto interessante. Non sarà di certo ricordato come il miglior album di sempre, ma in un panorama musicale così povero i Foo Fighters ci hanno dato ancora una volta la conferma che il rock ‘n roll non è ancora morto.

Marco Puca

Quotidiano indipendente online di ispirazione ambientalista, femminista, non-violenta, antirazzista e antifascista.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui